CASERTA. INCREDIBILE, MA VERO. L’assessore Emiliano Casale ammette che le pensiline e le paline di IPAS-Carlo Salomone sono abusive. E lei, vicesindaco, in questi 6 anni dov’era?

31 Maggio 2022 - 12:09

La vicenda emerge diverse settimane fa quando il consigliere comunale di opposizione Gianpiero Zinzi presenta un’interrogazione all’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino. In quel momento si rendono conto che sulle affissioni pubblicitarie c’è qualcosa che non va. La conferma era già arrivata in realtà da CLP, che aveva specificato come la questione pensiline e palline non la riguardasse

CASERTA (g.g.) – Nel percorso di formazione che, secondo il suo piano, il quale condivisibile e non condivisibile che sia è comunque legittimo, di diventare il prossimo sindaco della città di Caserta, Emiliano Casale mostra di dover costruire ancora delle solide basi che, sia detto non con franchezza, non dimostra di avere.

Qualche mese fa il suo antico punto di riferimento politico, Gianpiero Zinzi, che poi Casale ha ripudiato nel 2016 in funzione della vittoriasicura di Carlo Marino, ha presentato un’interrogazione in cui ha parlato espressamente di abusivismo gravissimo e reiterato nel posizionamento delle paline dell’attesa e pensiline fermata autobus della città di Caserta.

A dire il vero, finanche noi che siamo abituati al mondo all’incontrario che ogni mattina viene raffigurato in ogni angolo della città capoluogo, siamo rimasti un po’ interdetti. Ma come, abbiamo pensato, è mai possibile che le paline messe al servizio dell’utenza utilizzatrice del trasporto pubblico siano abusive? Cavolo, la CLP è un soggetto privato, ma comunque ha stipulato anni fa un contratto con la Regione Campania, assumendo il ruolo di alto e autorevole erogatore di un pubblico servizio che più pubblico non si può, dato che più importante dei trasporti ci sono solamente la sanità e la scuola quali fondamenti di un welfare degli obblighi, dei doveri e della necessaria gestione – che se non è gestione diretta, è quantomeno controllo – da parte dello Stato.

Lo stranimento è durato solo qualche minuto. Ci siamo informati e abbiamo appreso un fatto che non conoscevamo e cioè che la Ipas, società per azioni con sede a Torino, ma per quanto riguarda Caserta è stata fino a pochi mesi fa nelle mani del direttore commerciale (lui si definisce marketing manager) Carlo Salomone, gestiva gli spazi pubblicitari annessi e connessi alle paline e pensiline alle fermate del bus.

Aaahh! Allora ditelo! Salomone è uno del mestiere. Ma non ha compiuto una scelta anticiclica nel momento in cui ha legato la sua vita professionale al mondo delle pubbliche affissioni in provincia di Caserta e in altre zone della Campania. Essere anticiclici in questo settore significa, infatti, rischiare qualcosa nel momento in cui si lavora autonomamente da quei mondi che da decenni hanno dominato queste attività e che, manco a dirlo, fanno riferimento al clan dei Casalesi, come dimostra il processo in questo periodo in corso al tribunale di Aversa-Napoli Nord sugli affidamenti degli spazi pubblicitari da parte di un Jambo già sotto l’egida dell’amministrazione giudiziaria, a società vicine o addirittura collegate a Mario Iavarazzo, ras di primo livello del clan, per anni luogotenente di Nicola Schiavone jr.

Ci dicono che Salomone è spesso presente a queste udienze, pur non risultando nell’elenco degli imputati. Una decina di giorni fa è stato avvistato in aula insieme a Giovanni Zannini, consigliere regionale di Vincenzo De Luca e un tempo anche avvocato penalista.

Entrambi hanno partecipato come pubblico, come persone interessate agli esiti di questo processo rispetto al quale Salomone si configura in maniera molto laterale, dato che nell’ordinanza emessa a suo tempo lui doveva essere la persona che avvicinava il sottoscritto e CasertaCE per bloccare una delle nostre inchieste sugli appalti per le mega-affissioni. Un’attività, la nostra, che infastidiva, come risultato da un’intercettazione, proprio Mario Iavarazzo che veniva al riguardo tranquillizzato dal suo socio di fatto Armando Aprile.

Insomma, Carlo Salomone non è uno qualsiasi. Si tratta di un imprenditore che, ripetiamo, ha scelto, senza compiere alcun reato fino a prova contraria, di essere integrato nel sistema che poi aveva immancabilmente il suo centro direzionale in quel di Casal di Principe.

Ritenevamo, però, che Ipas e dunque Salomone (almeno fino all’anno scorso) avesse installato la sua pubblicità sul paline e pensiline acquistate dalla CLP. Ritenevamo scontato che questo fosse un onere a carico del concessionario, messo nero su bianco nel contratto firmato a suo tempo con la regione.

L’interrogazione di Zinzi ha costretto Casale a scrivere una lettera che, se non stessimo parlando del comune di Caserta, avrebbe dell’incredibile, dello sconcertante.

Intanto la sua firma di vicesindaco e di assessore viene spesa in una comunicazione tecnica che attiene ai diritti, alle facoltà che una società privata possiede nel momento in cui utilizza uno spazio pubblico, uno spazio comunale. E come se fossimo tornati a prima del 1997, cioè prima della riforma Bassanini, quando sindaci e politici parlavano direttamente o attraverso lo strumento epistolare con le imprese, con gli imprenditori titolari di attività lucrose svolte attraverso l’utilizzo di beni pubblici.

Vabbè, ma questa è Caserta, un’altra repubblica.

Ma il contenuto più serio di questa lettera datata 29 aprile scorso è un’altra. Scrive, infatti, il vicesindaco Emiliano Casale: “Si fa divieto alla società IPAS S.p.A. ad effettuare affissioni pubblicitarie su palle fermata autobus e pensiline attesa autobus su proprietà comunale, in quanto le stesse sono soggette a preventiva autorizzazione da parte di questa Amministrazione che non ha stipulato nessun contratto con la sopracitata società.

Siccome a noi piace fare gli avvocati del diavolo delle nostre tesi, diciamo che rimanendo alla lettera strettissima dell’oggetto e della comunicazione (ripetiamo, assurda perché queste cose le fanno i dirigenti e non i soggetti di livello politico) si potrebbe generare il dubbio sul fatto che il Casale si riferisca ad un contratto di oggi, relativo al tempo nuovo, al tempo in cui AIR, la società in house della regione Campania, ha sostituito CLP quale concessionario del trasporto pubblico su gomma nel perimetro della Campania e anche quindi su Caserta e provincia.

Questo nostro lavorare garantisticamente sui dubbi trova però una soluzione logica nel momento in cui risulta evidente che sia nella lettera di Casale, sia nell’altra comunicazione conseguente datata 10 maggio, stavolta a firma (meglio tardi che mai) del dirigente Giovanni Natale, non si fa alcun cenno a qualsivoglia contratto esistente, scaduto e dunque presumibilmente da riscrivere e stipulare.

Dunque, con ragionata e ragionevole serenità possiamo affermare che almeno dal 2016, cioè da quando Casale è diventato assessore alle Attività Produttive, l’Ipas che fu gestita a Caserta da Carlo Salomone, peraltro compagno di quella Antonia Elia, già segretaria comunale in quel di Mondragone, oggi attiva nella segreteria particolare del già citato consigliere regionale Zannini, ha occupato suolo pubblico senza mai versare un euro. Al riguardo CLP, chiamata in causa dal comune di Caserta, non sappiamo se per insipienza o nella veste iniziale di finto tonto, si è affrettata a dire che quelle paline e quelle pensiline sono state installate dall’Ipas e dunque sono di proprietà di quell’azienda alla quale il comune, non a caso, intima di rimuovere il tutto, creando un ulteriore elemento di confusione, ma comunque obbligato a farlo dall’interrogazione presentata da Zinzi, nonostante siano in corso dei colloqui, delle trattative tra la Ipas e la Air guidata da Anthony Acconcia.

Come detto, è quasi un anno ormai che Salomone per la Ipas non lavora più. E allora uno potrebbe pensare “cosa avete scritto a fare questo articolo?”. Ebbene, non è così.

Le notizie di queste settimane riguardano “l’incredibile scoperta” da parte del comune di questa attività pubblicitaria abusiva. Ma è stata scoperta oggi, il mese scorso, quando ormai Salomone con Ipas non aveva più niente a che fare. Il quinquennio precedente, invece, lo vedeva come massimo esponente della società torinese a Caserta.

Ecco perché è importante collegare Salomone a Ipas. Pure se oggi non è più presente nell’organigramma societario, in passato ha gestito le attività pubblicitarie proprio nel capoluogo di terra di lavoro e in tutta la provincia.

Concludendo, vi diciamo che ad occhio e croce abbiamo incontrato 3/4 notizie di reato. Siamo nettamente al di sotto del bonus, per cui non succederà nulla, dato che nulla è successo anche per cose ben più gravi di queste. Diciamo che se ci sono dalle dieci alle quindici notizie di reato in una vicenda, dalla magistratura si leva un sospiro, ovviamente soprattutto quando si tratta di cose riguardanti il comune di Caserta.

LA LETTERA DEL 29 APRILE

E QUELLA DEL 10 MAGGIO