Il pentito racconta che il clan ha comandato anche con Renato Natale sindaco. Ma è una sciocchezza visto che le date non collimano e lo dimostriamo

31 Ottobre 2022 - 18:08

Oltre a questo nello stralcio di oggi si parla di una vecchia uscita in barca in cui erano presenti Walter Schiavone e anche Sebastiano Ferraro che non è il politico deceduto, bensì Sebastiano Ferraro ‘o presidente in quanto guida dell’Albanova calcio. Più confuso Enzuccio ‘o drink che non riusciamo a identificare

CASAL DI PRINCIPE – A meno che Giuseppe Misso non sia stato arrestato anche dopo il 2013, ma non ci risulta, quello che racconta sullo stato delle relazioni tra il clan dei casalesi e gli uffici del comune di Casal di Principe, pienamente osmotico anche dopo l’avvento alla carica di sindaco di Renato Natale, è inesatto.

Comunque, Giuseppe Misso non l’ha potuto ascoltare nel breve periodo che andò dal 28 dicembre 2012, data della sua ultima scarcerazione al 22 marzo 2013 dato che con ogni probabilità è quella del suo ultimo arresto. Misso divenuto com’è noto, collaboratore di giustizia, racconta ai magistrati della Dda, nell’anno 2018, che Dante Apicella gli aveva spiegato che il meccanismo di controllo totale del clan sugli appalti del comune di Casal di Principe, non era assolutamente mutato: “Questi (Apicella n.d.d.) mi rassicurò e mi disse che avremmo organizzato sicuramente qualche cosa, poichè non era cambiato nulla al comune di Casal di Principe nonostante il sindaco Renato Natale, a noi contrario, potendo contare sul sicuro appoggio presso l’ufficio tecnico.”.

Ora, magari è anche verosimile che all’interno del comune di Casal di Principe siano rimasti, anche durante la sindacatura di Renato Natale, delle unità di personale vicine al clan dei casalesi, ma questa conversazione tra Giuseppe Misso e Dante Apicella, non ha potuto realmente sviluppare il concetto prima esposto. Magari all’inizio del 2013 si profilava una vittoria netta di Renato Natale, ma questi non era ancora sindaco di Casal di Principe.

Vi diventò infatti il 25 maggio 2014, quando fu eletto con il 68,26% equivalenti a 4.956 voti precedendo Enricomaria Natale, figlio del noto imprenditore Mario Natale, che raccolse il 31,74%. Dunque, tra il 28 dicembre e il 22 marzo, periodo a cui risalirebbe la conversazione tra Giuseppe Misso e Dante Apicella, Natale, come già detto, non era sindaco di Casal di Principe.

Per il resto non è che Giuseppe Misso dica cose molto significative, nel senso che conferma e riscontra quello che su Dante Apicella, sul cognato di questi Raffaele Mangiacapra, avrebbero dichiarato altri collaboratori di giustizia, a partire da Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan.

C’è solo un passaggio un pò curioso in cui Misso racconta di uscite in barca, riteniamo di lusso, in cui avrebbe assistito a discussioni animate tra Walter Schiavone, Sebastiano Ferraro, da non confondere con il Sebastiano Ferraro il politico dell’Udeur, dato che si tratta di Sebastiano Ferraro detto ‘o presidente in quanto presidente dell’Albanova, ed Enzuccio o drink che non riusciamo a ricostruire di chi si tratti, perchè conosciamo Luigi Guida detto o drink, divenuto collaboratore di giustizia e reggente, per qualche anno, della fazione Bidognetti del clan dei casalesi.

Ora, siccome la combinazione di queste persone ci induce a ritenere che il Walter Schiavone in questione non sia il figlio di Francesco Schiavone Sandokan, nato nel 1981, cioè il fratello minore di Nicola Schiavone, allora magari si tratta di Walter Schiavone Scarface, che però attenzione fu arrestato nel 1996, cioè due anni prima del fratello Francesco. Quindi si tratterà evidentemente di una paleo-gita in barca.

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA