Muore d’infarto dopo essere stato curato con un intruglio a base di funghi, sotto processo il medico no vax
1 Dicembre 2022 - 18:39
Ieri in aula la toccante testimonianza della moglie del camionista casertano Gennaro Sances, assistita dall’avvocato Giovanni Vairo. Il “professionista” Roberto Petrella è accusato di omicidio colposo.
SAN MARCELLINO E’ stata una testimonianza toccante quella di Oxana, moglie del camionista Gennaro Sances di San Marcellino, morto di infarto all’età di 68 anni perché curato con un intruglio a base di funghi e vitamine. Il caso è quello di Roberto Petrella il medico teramano no vax, arrestato a febbraio, ma allo stato libero, dopo la morte del paziente, il cui corpo è stato poi riesumato e sottoposto ad autopsia.
I pm Stefano Giovagnoni e Silvia Scamurra, titolari del fascicolo, contestano al medico l’ipotesi di omicidio colposo. Nel corso della prima udienza del processo, dinanzi al Giudice Monocratico di Teramo Claudia Di Valerio, svoltasi lo scorso luglio, la difesa del professionista, rappresentata dall’avvocato Tommaso Navarra aveva sollevato in quella circostanza, una serie di eccezioni preliminari sulla regolarità della perizia posta in essere dall’anatomopatologo Antonio Tombolini che confermò che il paziente morì per un infarto acuto al miocardio, escludendo ogni ipotesi legata al Covid.
Le eccezioni furono contestate dalla Procura e dalla difesa delle parti civili. Nell’udienza il giudice sciolse la riserva, rigettando tutte le eccezioni preliminari avanzate dalla difesa del Petrella. Ammesse le prove, ieri è stata sentita, appunto, la moglie di Gennaro Sances, assistita dall’avvocato Giovanni
Ricordiamo che il camionista, dal 2020 era in cura da Petrella. Sances e la compagna Oxana, ascoltata ieri, come da questa riferito agli investigatori, avevano visto su Facebook diversi video del medico teramano e l’avevano contattato per un consulto. Da quel momento il camionista ne era diventato un paziente. L’uomo più volte sarebbe stato a Teramo per farsi visitare. Da ottobre, poi, i contatti sarebbero stati solo telefonici. L’ultima volta, la mattina del decesso, l’8 dicembre scorso, quando – sostiene l’accusa – Petrella avrebbe prescritto al paziente, che accusava febbre alta e malesseri diffusi da giorni, vitamine e integratori a base di funghi, sconsigliandogli di recarsi in ospedale.