L’omicidio di Luigi Izzo: al setaccio i telefoni degli indagati
8 Dicembre 2022 - 12:23
Il Sostituto Procuratore ha conferito incarico al perito per gli accertamenti tecnici sui dispositivi in uso da parte dei due
CASTEL VOLTURNO – Passate al setaccio le conversazioni telefoniche tra Alessandro e Roberto Moniello, 49 anni e 29 anni, rispettivamente padre e figlio accusati della morte di la morte di Luigi Izzo, il barbiere 38enne di Castel Volturno, ucciso lo scorso 6 novembre nel vialetto di casa in località Scatozza a Castel Volturno con sei fendenti.
Il Sostituto Procuratore Annalisa Imparato ha disposto il conferimento dell’incarico al perito informatico per gli accertamenti tecnici sui dispositivi in uso da parte dei due.
Ad uccidere il barbiere sarebbe stata la mano di Alessandro Moniello, ma ora Procura sammaritana vuole vederci chiaro in merito all’eventuale corresponsabilità dei congiunti Moniello, ristretti entrambi presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, oltre che sulla premeditazione dell’efferato delitto.
Alessandro Moniello in sede di interrogatorio ha dichiarato al Sostituto Procuratore, Alessandra Imparato, che dopo aver colpito a morte Izzo avrebbe riposto l’arma del delitto nel vano portaoggetti lato guida della sua auto ed avrebbe accompagnato a casa il figlio Roberto.
Quest’ultimo, quindi, secondo le dichiarazioni del padre non avrebbe visto il coltello riposto nel vano portaoggetti e per stessa ammissione del genitore, dopo averlo accompagnato a casa, si sarebbe disfatto di questo gettandolo in un fossato di fronte al cimitero comunale. Arma ritrovata giorni dopo la tragedia dai carabinieri della stazione castellana.
Secondo le dichiarazioni dei due congiunti, il tutto sarebbe nato, nella tarda serata del 6 novembre, all’esterno di un bar di via Roma dove si trovava la famiglia degli indagati per festeggiare il compleanno dello stesso Roberto. Di lì a pochi metri Orlando Izzo, il fratello della vittima, avrebbe iniziato a discutere con delle persone. Luigi sarebbe intervenuto per cercare di sedare il litigio. Successivamente sarebbe partita una spedizione punitiva nei confronti di Luigi, raggiunto presso la sua abitazione in via Scatozza, fatto uscire con una scusa nel vialetto di casa, e ucciso con 6 coltellate sotto gli occhi della moglie Federica.