CASERTA. LA POLEMICA. “In giro per il centro a Natale tutti i bagni dei locali fuori servizio? Strana coincidenza”. La gentilezza degli esercenti e i diritti dei clienti

29 Dicembre 2022 - 10:44

Utilizziamo questa lettera inviataci da Giuseppe, un nostro lettore, per provare a spiegare meglio la normativa e per capire se la segnalazione che ci è giunta è esagerata, oppure continente

CASERTA (l.v.r.) – Partiamo da un concetto semplicissimo: i bagni pubblici dei locali non sono bagni prettamente pubblici.

Ovvero, se un passante chiede al barista di utilizzare i servizi, questi può negargli l’ingresso e se non lo fa è per gentilezza.

Del resto, i servizi del bagno hanno un costo, la pulizia e la manutenzione non si fanno mica da sole. E l’acquisto di alimenti o bevande del bar serve a coprire anche questa spesa.

La lettera che ci invia Giuseppe, un nostro lettore, riguarda la sera di Natale, ovvero quella tra il 24 e il 25 dicembre. L’uomo, insieme alla moglie, è andato a Caserta per “fare una passeggiata tra Piazza Vanvitelli, via Mazzini, Piazza Dante, Corso Trieste, fino ad arrivare a ridosso della splendida Reggia“.

Il nostro lettore ci ha raccontato che per utilizzare un bagno la situazione è diventata al limite dell’odissea.

Ad ogni richiesta le risposte sono sempre le stesse: bagni fuori servizio, sporchi, con attesa per le pulizie di circa un’ora, perché il personale era impegnato a causa della troppa clientela. Strano, sembra che tutti si fossero messi d’accordo allo stesso istante“.

Allora, se il signor Giuseppe non avesse consumato nei bar in cui si è recato, non avrebbe nulla da contestare, si tratta, come detto, di galateo, di gentilezza dell’esercente di far utilizzare il bagno a chiunque passi e lo chieda.

Ma il nostro lettore, invece, ha scritto di aver acquistato qualcosa e, in questo caso, la circostanza è diversa.

A chi ha effettuato una consumazione e necessita del servizio WC non può essere impedito l’ingresso nei bagni.

Addirittura, nel caso in cui la motivazione resa dall’esercente, ovvero il bagno in manutenzione, è ritenuta non credibile dal cliente, quest’ultimo potrebbe anche chiamare la polizia municipale per verificare la situazione, poiché l’articolo 187 del regolamento del Testo unico sulla pubblica sicurezza recita che “salvo quanto dispongono gli articoli 689 e 691 del Codice penale, gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponde il prezzo.”

E se la prestazione a fronte del prezzo pagato non può essere rifiutata, ciò vale anche per l’uso del bagno che, chiaramente, fa parte dell’esercizio pubblico.

Il signor Giuseppe dice di aver pagato nei locali in cui ha chiesto e non abbiamo nessuna motivazione per immaginare che questa dichiarazione sia fondata sulla menzogna.

Ma se così non fosse, è soltanto la buona educazione dei commercianti a dare la possibilità di utilizzo del bagno, che, altrimenti, è fruibile ad uso esclusivo della clientela, come chiarito dal regolamento appena citato e anche da una sentenza del Tar Toscana del 2010.

Giuseppe chiede, alla fine della sua segnalazione, agli esercenti di cambiare determinati atteggiamenti, facendo tesoro di questo “disagio creato, migliorando per il loro bene per il bene della città che rappresentano tutti