CAPUA. La società della vicesindaco Giacobone e di suo marito accusata da due coniugi indigenti di aver incassato soldi per un affitto in nero

21 Luglio 2023 - 13:13

Marito e moglie hanno presentato una denuncia alla Guardia di Finanza. Zenga ha respinto l’accusa affermando di aver concesso gratuitamente quell’appartamento, anche in funzione del ruolo di assessore al tempo già ricoperto da sua moglie nell’amministrazione di Luca Branco

CAPUA(g.g.) Con larga profusione di racconti social, sta girando in rete, negli ultimi giorni, una storia particolarissima, che mette di nuovo sotto i riflettori i diretti congiunti della vicesindaco, nonchè assessora alla pubblica istruzione, alle politiche sociali e alle politiche giovanili, Marisa Giacobone, che da qualche tempo ha trovato la sua perfetta dimensione politica nel metodo e nelle prassi del consigliere regionale Giovanni Zannini a cui si è politicamente affiliata, raggiungendo in questo modo la sua collega di giunta Rosaria Nocerino, che il sindaco Adolfo Villani ha delegato a occuparsi della sempre complicata e spinosa materia dei rifiuti.

Quando scriviamo di un diretto congiunto della vie sindaco Giacobone finisce di nuovo sotto i riflettori, è perché almeno per quanto riguarda i lettori di #CasertaCe, questo è già successo in passato. Tutto sommato nel passato prossimo. Due articoli abbiamo, infatti, dedicato a quelli che per noi sono stati due clamorosi e sconcertanti affidamenti diretti, realizzati a firma di un dirigente del Comune di Capua, all’impresa “Zenga

Center srl”, di cui è titolare Francesco Zenga il cognato della Giacobone, in quanto fratello del marito di questa.

Chi si fosse perso queste puntate precedente può CLICCARE QUI per leggere il primo articolo che dedicammo ad una vicenda consumatasi mentre Marisa Giacobone, moglie e cognata, aveva già assorbito la carica di vicesindaco e di assessore alle politiche sociali mentre, contestualmente, l’amministrazione comunale di cui faceva e fa parte, assegnava incarichi diretti di manutenzione termica a suoi familiari.

Stavolta, la vicenda è, per quel che è possibile, ancora più scabrosa. Ci sono a Capua due persone indigenti, Domenico Merola e sua moglie Palma Errico, persone che negli anni scorsi sono state addirittura costrette a dormine nella stazione, le quali sostengono, in una denuncia formale presentata alla caserma che ospita la Compagnia della Guardia di Finanza di Capua, di aver sborsato 300 euro al mese, attinti dal reddito di cittadinanza, dai due coniugi definiti come “spese vive”. Questi soldi sempre secondo la denuncia presentata, sarebbero stati consegnati, mese per mese, ad un impiegato della Ciemme Group Immobiliare SAS di Carmine Zenga e C. Non abbiamo potuto ancora leggere la visura camerale storica ma a Capua in tanti sostengono, ritenendo di averne cognizione di causa, che il ruolo di socio accomandante e di socio accomandatario sia diviso tra Carmine Zenga e sua moglie Marisa Giacobone, cioè il vicesindaco e assessore ai servizi sociali nel comune di Capua.

Di fronte alla denuncia presentata dai due coniugi, Carmine Zenga, in rappresentanza della Ciemme Group Immobiliare SAS di Carmine Zenga e C. sentito dalla guardia di finanza avrebbe confutato seccamente la tesi dei coniugi, affermando che, siccome al tempo in cui la coppia entro nell’appartamento di in via San Vincenzo Vico Primo al civico 12, sua moglie Marisa Giacobone era già assessore del sindaco Luca Branco e perciò lui volle contribuire con un atto di bontà, ospitando gratuitamente i due indigenti.

Naturalmente sarà molto difficile che questa storia conduca a qualche ulteriore sviluppo, a meno che chi ha presentato la denuncia possegga delle prove che dimostrino il passaggio di questi soldi, che se esistessero veramente, costituirebbero proventi di un vero e proprio negozio consumato in nero e quindi illegalmente. Sempre rimanendo alla tesi esposta dai denuncianti, Zenga avrebbe rifiutato di regolarizzare il contratto in quanto il corrispettivo sarebbe stato versato attraverso un bonifico, attinto, come già detto prima, dal reddito di cittadinanza, anche se quest’affermazione andrebbe specificata meglio in modo da comprendere per quale motivo questa particolare forma di pagamento fosse, sgradita allo Zenga.

Si può solo ipotizzare che siccome il reddito di cittadinanza, come hanno dimostrato i fatti, risultava già al tempo un sussidio con prospettive incerte, Zenga non si sia voluto legare le mani con un contratto che avrebbe poi comportato fasi molto più complicate e lunghe e la realizzazione di uno sfratto. Ma, ripetiamo, questa è solamente un’ipotesi tutta da verificare. Quando succede che gli inquirenti posseggano solo la parola di una parte denunciante a cui si oppone quella della parte denunciata, l’archiviazione del caso e pressochè certa.

Comunque, noi rimaniamo anche a disposizione del signor Zenga e del vicesindaco Giacobone qualora volessero intervenire e precisare. Ugualmente siamo a piena disposizione dei coniugi Merola Domenico e Palma Errico qualora intendessero illustrare in maniera più dettagliata i contenuti della loro denuncia formale. Noi di #CasertaCe, più di questo, almeno per il momento, non possiamo aggiungere se non segnalare il dato di cronaca di uno sfratto immediato, operato dalla società di Giacobone e di Zenga nei confronti dei coniugi, che a quanto si dice, potrebbero essere costretti di qui a poco, visto che nella giornata odierna la Ciemme Group Immobiliare SAS di Carmine Zenga e C. ha proceduto al distacco dei contatori, a tornare a dormire in stazione