LE FOTO. CASERTA. I manifesti funebre per Stella, piccola cagnolina scomparsa. Va bene l’amore per gli animali, ma fino ad un certo punto

18 Dicembre 2023 - 14:00

CASERTA (p.m.) – Come tutti i casertani sanno, mancando ogni forma di effettiva vigilanza sulla città, ciascuno fa un po’ come gli pare. Ed il paradigma generale è costituito dal fenomeno della movida, una baraonda che più nessuno riesce ad arginare e figurarsi gli sparuti controlli effettuati. Ai quali le autorità pubbliche, finora letteralmente assenti, procedono con blandizia, senza convinzione, per dare un colpo alla botte ed uno al cerchio, com’è nel costume delle nostre scialbe burocrazie.  Ma da qualche tempo vi sono in qualche odo obbligate dagli episodi sempre più incredibili che si verificano e dalle proteste da cui vengono sommerse. Ma, meglio tardi e poco, che mai, come usa dirsi.

Ribadiamo questo fatto, oggi, con riguardo ad un ennesimo aspetto della babilonia cittadina. Ed ossia l’affissione di manifesti funebri di cani e gatti che si registra da tempo nelle vie principali di Caserta. E ci riferiamo a queste due specie animali della categoria “pets” (voce inglese per animale da compagnia) perché non ci è capitato di vederne per altre. Ma non è escluso che siano stati attaccati per criceti, tartarughe, pesci o cavalli che fossero.

Da qualche giorno, il centro storico è pieno di queste affissioni per la morte di Stella,

cagnetta longeva di 18 anni,  di Gricignano d’Aversa, cremata a Teverola, come recita il manifesto che diffonde la notizia nella città capoluogo. I manifesti di cordoglio sono un po’ dappertutto, sui muri di palazzi ed edifici privati e pubblici, sulle vetrine, sulle cassette elettriche o della telefonia. Ed il loro contenuto, nulla togliendo al fatto che ci si possa dispiacere ed anche molto per la perdita di un animale di affezione che ci è stato caro per molti anni, è una serie di leziosaggini che tirano in ballo persino il Paradiso ed il Signore. L’estensore del testo evidentemente ignora, se la butta sulla religione cattolica, che la chiesa sconfessa le credenze animiste che l’iniziativa presuppone e che il Papa Francesco stesso ha ricordato che «Alcuni anni fa, all’udienza del mercoledì, io andavo a salutare le persone e una signora apre la borsa e mi dice: “Me lo benedice il mio bambino?” (mostrando il suo cane, ndr). Io non ho avuto pazienza e l’ho sgridata dicendole che tanti bambini hanno fame.” E proprio in questi giorni si è rammaricato che esistano ormai “Più veterinari che pediatri, non è un bel segnale”. Subendo, ovviamente ed immediatamente, ogni sorta di contumelie dall’accolita di cagnisti e gattofili.

In verità, di questo tipo di affissioni ci siamo già occupati qualche anno fa. Nella circostanza spiegammo le ragioni della nostra contrarietà, che i lettori potranno rileggere andando  all’articolo di allora che qui riproponiamo (clicca qui). Ragioni che  ribadiamo tutte nella loro articolazione motivazionale.

Ora come allora e com’è tipico dei movimenti attivi, dei gruppi di pressione marginali, sparute minoranze con  forti convinzioni in campo sociale, in campo politico, in campo ambientale, in campo sanitario, assumono iniziative prevaricatrici per imporre alla opinione pubblica il proprio punto di vista. Giocano sulla retorica, sulla comunicazione falsata dai fattoidi – ossia attraverso la rappresentazione di una realtà distorta – sul cosiddetto paradigma vittimario, atteggiandosi a vittima di chi non li appoggia e denunciando discriminazione ed insensibilità da parte di un nemico che si raffigurano, fino ad ipotizzare complotti o immaginando l’azione occulta di poteri forti. E giocano altresì sull’insipienza dei poteri pubblici – aridaje – che anziché intervenire sugli abusi secondo la legge, come sarebbero tenuti a fare, prediligono il quieto vivere.  Un caso casertano clamoroso è stato quello della revoca del servizio di carrozzelle alla Reggia, subito dopo la morte  di un cavallo mentre  trasportava i turisti. Episodio che vide le proteste immediate  di un gruppo di animalisti all’ingresso del monumento. Una sorta di tribunale animale del popolo, che a non più di un’ora dai fatti, dacché se ne era diffusa la notizia, aveva già celebrato il processo ed emesso la sentenza di colpevolezza per omicidio cavallino. La direttrice Maffei, per niente toccata da tale farsa,  non ci pensava due volte ad abolire il servizio tutto, mentre ancora oggi non si sa come l’animale sia morto e colpendo indiscriminatamente tutti i vetturali, piuttosto che solo quello forse responsabile del decesso.

E giocano ancora sull’indifferenza della stragrande maggioranza delle persone, che ha altro a cui pensare o che se ne ride della bizzarria che si verifica o che spera, quando è toccata dalla conseguenza degli illeciti veri e propri posti in essere (il caso dei blocchi stradali di Ultima Generazione), nell’intervento  delle forze di polizia, che non può che avvenire dopo, quando si sono subite già le conseguenze.

Ma non ci vogliamo dilungare, né ci vogliamo addentrare nel rapporto dell’uomo con gli animali domestici, peraltro non sempre esemplare come lo si favoleggia. Parlando del cane, ad esempio, in quanto specie più sottomessa, non siamo al fondo in un rapporto gerarchico e di potere  in cui l’animale viene degradato a capriccio del padrone?  Guinzagli, museruole, spazi ridotti a quelli domestici, castrazioni, scuole di obbedienza a comando, nella generalità dei casi. Tolette ridicole, abbigliamento claunesco, cure maniacali, comandi isterici, spesse altre volte.

Nelle immagini, i cartelli affissi, specialmente dai negozianti del centro, per reazione ai casi incontrollati delle feci canine abbandonate per strada

Ritorniamo a Caserta. Esiste un regolamento di pubbliche affissioni, di polizia mortuaria per salvaguardare la pietà dei defunti, senza che l’annuncio del mio congiunto deceduto si trovi affianco a quello di un cane? E la Chiesa crede di non dover dire nulla. Si deve assistere inermi all’iniziativa insensata di chiunque, per una sua pretesa libertà?

E se ci fosse un vuoto regolatorio, lo si colmi immediatamente. Anche perché ci potremmo trovare a breve – di tolleranza in tolleranza e perchè no – davanti alla richiesta di istituire uno stato civile per nascite, unioni e morti animali e di un fondo previdenziale per le bestiole dopo tanti anni di onorato servizio domestico. Come si sa, non c’è limite al ridicolo…

Il manifesto funebre del cane nei vari punti della città