IL VIDEO. Lo scontro nel comando tra i vigili urbani di CASERTA e i cittadini. Chi prima arriva meglio alloggia: solo 50 numeri alla volta, due giorni a settimana, per contestare multe anche di 10 anni fa

24 Gennaio 2024 - 11:45

Nelle immagini, che abbiamo pixelato per tutelare la privacy dei privati cittadini coinvolti, è ben visibile comunque la ressa di persone formatasi all’interno del comando di viale Lamberti

CASERTA (pm) – Se altrove la burocrazia è un problema, a Caserta è un bubbone. Come sanno i casertani che quotidianamente vi hanno a che fare e che si scontrano con disorganizzazione, improvvisazione, approssimazione di tutti i tipi, di uffici e soggetti pubblici. Non c’è ambito che si salvi. Che siano gli enti statali, i territoriali o quelli comunali. A dicembre davamo notizia delle oltre 1500 pratiche arretrate al Genio Civile casertano. Nei giorni scorsi si è letto di un cittadino che si è sentito fissare, dall’ufficio anagrafe comunale, l’appuntamento per rinnovare la carta d’identità a novembre prossimo. Con tutta calma, va. E potremmo continuare con gli esempi.

CasertaCe.net, pur non avendo la classica rubrica delle “Lettere al direttore” dei quotidiani cartacei è letteralmente sommersa di segnalazioni, proteste, lamentele dei lettori, per le tante cosa che non vanno a Caserta e nella provincia. Paga, evidentemente, la sua natura di giornale d’inchiesta e di denuncia, più che di narrazione. Ci riportano disservizi di tutti i tipi, prepotenze subite, relazioni che si scontrano con quegli autentici muri di gomma che sono ormai gli apparati amministrativi, puntualmente definiti come autoreferenziali, inefficienti, sfuggenti. Serve ricordare, per avallare questa diffusa opinione, la poco o nulla trasparenza  degli albi pretori di enti locali e dei servizi pubblici? Nel capoluogo siamo al paradosso che i consiglieri municipali di opposizione denunciano di continuo di non riuscire a ricevere, dagli uffici comunali tenuti ed a cui li domandano, gli atti necessari all’espletamento del proprio mandato. Non solo con riguardo agli atti in generale, ma persino a quelli economico-contabili indispensabili per le votazioni sui documenti di bilancio. Quel bilancio che è la scrittura fondamentale della vita della prima istituzione democratica della città.

Ma bando a queste cose più che risapute, anche se le gerarchie interne fanno finta di non vedere e conosciute anche dagli organismi che sarebbero di controllo e di vigilanza, e veniamo a questo ulteriore caso emblematico di quanto stiamo dicendo, espostoci da un affezionato lettore.

Caso che abbiamo deciso di trattare confidando nel nuovo, anzi nuovissimo, comandante della polizia municipale, insediatosi da qualche settimana, sperando che possa metterci una pezza.

Questo nostro lettore, dunque, nelle scorse settimane si è visto recapitare dalla Publiservizi, che notoriamente  è la concessionaria del comune di Caserta per la gestione delle entrate dell’ente, una ingiunzione di pagamento di oltre 150 euro (di cui 16 di sola notifica, pari pressappoco al 10% dell’importo, con una sproporzionalità lucrativa che a noi sembra inconcepibile, anche se fosse rispettosa del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 14 aprile 2023, che disciplina la materia) per una supposta infrazione stradale.

Poiché l’atto, per quanto lungo ben sei pagine dalla scrittura minuta, ai limiti della comprensibilità per le informazioni secondarie fornite ed il rinvio ad un groviglio di leggi articoli e commi, non indicava esplicitamente quale violazione stradale si assumeva commessa e quando e dove, l’uomo decideva di chiedere chiarimenti. Cominciava così la sua odissea. Chiamata telefonicamente la Publiservizi, sbrigativamente gli dicevano che doveva rivolgersi alla polizia municipale, perché i propri uffici si limitano ad ingiungere il pagamento della cifra segnalata dai vigili per l’infrazione accertata, senza tuttavia nulla sapere del merito di questa.

A questo punto, consultate le istruzioni dell’atto di ingiunzione alla sezione intitolata “Sportelli per informazioni e disbrigo pratiche”, desumeva che poteva andare presso lo sportello territoriale di via Lamberti, aperto dal lunedì al venerdì.

E così di mercoledì, da Capua, si avviava a Caserta. Arrivato agli uffici, dopo aver parlato con gli addetti, capiva di essere stato indotto in errore dall’ambiguità delle istruzioni lette, pensando che facessero riferimento ai vigili urbani ubicati nello stesso stabile. I quali vigili, come apprendeva da un cartello affisso alla sede del loro comando, ricevevano invece, specificamente per i chiarimenti ai verbali di ingiunzione di pagamento, il martedì pomeriggio ed il giovedì mattina. Tornato a casa, il nostro lettore – come ci ha raccontato – si ripresentava il giovedì successivo. E qui altra sorpresa. Avvicinandosi all’ingresso degli uffici notava una calca di persone, tutte sul posto per il suo stesso motivo. In quel momento, un incaricato stava spiegando che venivano ricevute non più di 50 persone, previa acquisizione di un numero di prenotazione che egli stesso dava in distribuzione in base all’ordine di arrivo.

A parte le proteste dei numerosi esclusi, al nostro, tra questi, non restava che andarsene di nuovo. Ripresentatosi la volta successiva, di buon’ora per guadagnare la prenotazione tra i 50 fortunati ammessi, apprendeva che la multa inflittagli, che aveva originato l’ingiunzione, risaliva all’anno 2014. Avete letto bene, 2014. Ossia dieci anni fa! E riguardava una presunta sosta senza grattino. A questo punto, come chiunque altro avrebbe fatto per un episodio che si perde quasi nella notte dei tempi, il nostro lettore chiedeva di poter visionare gli atti del procedimento, ricordando vagamente di aver a suo tempo presentato anche opposizione al prefetto per contestare il fatto e perché non aveva avuto la notifica a casa della contravvenzione.

Qui l’operatore opponeva che la consultazione della documentazione non era possibile se non attraverso un’altra procedura di accesso agli atti, da attivare con una specifica richiesta formale e con i tempi non brevi necessari. In definitiva il lettore voleva capire qualcosa di un fatto di dieci anni prima che lo colpiva, senza che ne sapesse nulla e senza possibilità di contestare alcunché. E con carte andate avanti ed indietro a sua perfetta insaputa. Niente da fare. A questo punto, il lettore ci dice che, estenuato e stomacato, si è arreso ed ha pagato. Ma ad onor suo, ha tenuto a sottolineare che la sua segnalazione non ha riguardato tanto la sua vicenda personale ed il meccanismo infernale nel quale si è trovato. Quanto quello che ha constatato per poter accedere agli uffici, immedesimandosi in quanti, diversamente da lui pensionato con tempo libero, hanno impegni di lavoro e si trovano anche fuori della provincia. Difatti ci ha mostrato le foto della calca di persone che si determina sul posto ed il video delle proteste anche rabbiose per tale andazzo contro una vigile di servizio .

Due frame delle contestazioni tratti dal video fornitoci dal lettore assieme alle foto pubblicate in testa al titolo

Comandante Piricelli, come stanno i fatti qui è da rimettere mano a tutte le procedure. Ad iniziare dalle carte che manda Publiservizi, per venire all’accesso ai suoi uffici per queste ragioni. Va bene il vostro organico asseritamente insufficiente, ma i vostri disservizi non possono ripercuotersi in tale grave forma sui cittadini. Non è pensabile che per venire da voi ci si debba sottoporre alla riffa dei primi 50 numeri. E chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori. Metta ordine, estenda le due sole giornate di ricevimento e magari il vigile di servizio lo ponga a sbrigare le pratiche, perché per disciplinare gli ingressi basta uno del servizio civile o uno dei tanti lavoratori socialmente utili.