MARCIANISE. Unrra Casas, piazze di spaccio legate al clan. Condannato a tre anni e mezzo, lascia il carcere dopo 13 mesi

24 Gennaio 2024 - 12:24

Il tribunale di Sorveglianza di Napoli, ha scarcerato, ponendolo in affidamento in prova ai servizi sociali, Raffaele Corvino

MARCIANISE – Il tribunale di Sorveglianza di Napoli, ha scarcerato, ponendolo in affidamento in prova ai servizi sociali, Raffaele Corvino. Il detenuto fu coinvolto nell’operazione “Unrra Casas” che portò all’arresto di diversi soggetti legati ai clan del territorio marcianisano. Il processo, si concluse, per il Corvino, con sentenza definitiva di condanna alla pena di anni tre e mesi sei di reclusione per il reato di spaccio aggravato dall’aver agevolato l’associazione.

Divenuta esecutiva la sentenza, Corvino venne trasferito in carcere in quanto Il reato contestatogli rientrava tra i cosiddetti reati ostativi, ossia quella tipologia di reati che, secondo la legge sull’ordinamento penitenziario – art. 4bis -, in linea di principio, non consentono la concessione di misure alternative alla detenzione

Corvino, provvedeva a nominare, in fase esecutiva, quale difensore di fiducia l’avvocato Salvatore Gionti il quale, appena possibile, depositava istanza di misure alternative alla detenzione al tribunale di Sorveglianza di Napoli. Nella predetta istanza, il difensore aveva richiamato le varie sentenze della corte Costituzionale che avevano, in qualche modo, temperato la presunzione di pericolosità dei soggetti condannati per i reati di cui all’art. 4bis legge ordinamento penitenziario. Principio comune delle sentenze richiamate è che la tipizzazione per titoli di reato non appare lo  strumento  più idoneo per  realizzare  appieno  i  principi  di  proporzione  e  di individualizzazione della  pena. In altri termini, non può stabilirsi una gerarchia statica e assoluta che valga una volta per tutte e in ogni condizione.  

Il privilegio di obiettivi di prevenzione generale e di difesa sociale non può spingersi fino al punto da autorizzare il pregiudizio della finalità rieducativa espressamente consacrata dalla Costituzione nel contesto dell’istituto della pena.

Il tribunale di sorveglianza di Napoli, condividendo le argomentazioni formulate dal difensore, ha concesso la libertà al Corvino con l’affidamento in prova ai servizi sociali.