“La cava può distruggere le mura di un’antica città sannitica”. L’allarme lanciato da Italia Nostra

21 Febbraio 2024 - 12:16

CASERTA (p.m.) – La sezione casertana “Antonella Franzese” di Italia Nostra si conferma, con questa sua ennesima iniziativa di cui diamo notizia oggi, la vera sentinella del territorio provinciale, senza perdersi in chiacchiere e senza timori ed opportunismi vari. Vizi atavici, questi, che condizionano finanche i soggetti che sarebbero istituzionalmente preposti, almeno sulla carta, alla salvaguardia dei valori culturali e paesaggistici di Terra di Lavoro. E che, al contrario, con le loro inerzie, lentezze e convenienze varie stanno infliggendo danni enormi al patrimonio storico architettonico locale.

Più recentemente, il sodalizio culturale – retto con passione e sagacia dalla dottoressa Maria Rosaria Iacono –  è intervenuto a tutela dell’Abbazia del XII secolo di S.Maria della Ferrara in Vairano Patenora e del borgo di San Leucio. Qui, in conseguenza di lavori presso uno degli alloggi storici degli operai serici, apparsi in difformità al vincolo monumentale.

Oggi prende posizione, con motivazioni particolarmente articolate compendiate in una lettera indirizzata a tutti gli enti regionali competenti, sul caso della riapertura di una cava di calcare in località Pizzomonte, ancora una volta a Vairano Patenora.

Nel suo documento, Italia Nostra lancia l’allarme che la ripresa dell’attività estrattiva possa “apportare rilevanti irreversibili danni ai beni culturali e monumentali vincolati” presenti nell’area, dalle mura megalitiche  del IV secolo a.c., al sito cosiddetto Patanara dove si accampò per circa un anno l’imperatore Ludovico II, al risorgimentale edificio di Taverna Catena.

Nell’elogiare quanto di meritorio fa la sezione “Antonella Franzese”, ci auguriamo che, chi deve, si dia da fare per scongiurare un’ulteriore ferita delle tante già inflitte alle nostre vestigia.

IL DOCUMENTO DI ITALIA NOSTRA PER LA CAVA DI PIZZOMONTE