La Domenica di Don Galeone. La quarta domenica di quaresima è classificata come la domenica della letizia

10 Marzo 2024 - 09:29

10 marzo 2024 ✶ IV Domenica di Quaresima “Laetare”

Vi ho chiamati amici!

Prima lettura. Siamo nel V-IV sec. a.C. e sono già passa molti anni da quando Nabucodonosor ha distrutto Gerusalemme e deportato i sopravvissuti a Babilonia (2Cr 36,20). Gli ebrei si chiedono: Cosa abbiamo fatto per meritare queste sciagure? Nella prima lettura la risposta è che gli ebrei hanno peccato. Viene fuori l’immagine di un Dio permaloso e vendicativo. Ma è proprio così? No, il linguaggio biblico è arcaico, non è il nostro: presenta un castigo di Dio che, in realtà, è solo una conseguenza degli errori dell’uomo. Questa verità era già nota ai saggi dell’Antico Testamento: chi pecca contro Dio, danneggia sé stesso (Sap 1,12). Non è stato Dio a mandare in esilio Israele ma la follia dei suoi governanti . Quattro secoli più tardi l’errore si ripete: Gesù porta il vangelo ma i governanti lo rifiutano: “Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e tu non hai voluto!” (Mt 23,37).

Il giudizio è oggi!

Riconosciamolo francamente: nessuno di noi ama il paradiso. Nonostante i dolori, le sofferenze, i fallimenti… siamo così innamorati di questa valle di lacrime, che la vita eterna la rinviamo sine die, il più lontano possibile. Ma non è questo che ci deve preoccupare! È naturale che noi amiamo questa vita e questo mondo. Quello che dobbiamo comprendere è che la vita eterna è già cominciata, è già tra noi; essa è, certo, un “salto di qualità”, ma nello stesso tempo è un processo che inizia nell’oggi che viviamo. La vita eterna ci attende, eppure è già cominciata, se noi pratichiamo l’invito di Gesù a fare il bene e ad evitare il male. Questa verità l’aveva compresa anche il romanziere francese A. Camus: “Non aspettate il giudizio finale. Esso si svolge ogni giorno” (La Caduta). Il nostro futuro è già iniziato, e ne gustiamo un anticipo quando aderiamo in pienezza a Dio.

Testimoniare Gesù alla luce del giorno! In questo brano, colpisce la figura di questo “notabile giudeo” Nicodemo, uomo ricco, potente, generoso, vissuto a Gerusalemme prima del 70 a.C. Nel vangelo di Giovanni incontriamo Nicodemo in tre episodi: quando ascolta l’insegnamento di Gesù (3,1), quando difende Gesù davanti ai farisei che vogliono farlo arrestare (7,45), quando aiuta Giuseppe d’Arimatea a deporre il corpo di Gesù nella tomba. Questo personaggio fa visita a Gesù, di notte. Particolare importante per comprendere il contrappunto ombra-luce. Per chi si avvicina a Gesù di nascosto, gli studiosi hanno coniato il termine “nicodemismo”, poco usato eppure tanto attuale, soprattutto oggi, in quei credenti che, per paura, nascondono la propria identità, che non escono allo scoperto.

Dio ha tanto amato il mondo … L’esperienza quotidiana ci dimostra il cosmo e l’uomo come sprovvisti di amore. Solo un’informazione pia e funzionale può sostenere che questo è il migliore dei mondi possibili! Lasciamolo pure credere a Leibniz e seguaci. La cultura scientifica ci costringe a guardare il fenomeno della vita come un’evenienza provvisoria e senza garanzie, a ricordare gli innumerevoli cataclismi che hanno preparato la vita, questa nostra vita. La conoscenza storica ci mostra quanto la terra sia stata insanguinata dall’uomo (e spesso nel nome di Dio!), e l’osservazione sulla realtà contemporanea ci ricorda che milioni di persone sono sterminate per fame, mentre milioni di persone hanno problemi di linea. Insomma, qualunque osservazione facciamo nel passato e nel presente, in senso diacronico e sincronico, resta l’interrogativo: “Ma Dio ama davvero il mondo?”. Siamo di fronte al paradosso evangelico: da un lato, noi affermiamo l’amore onnipresente e fedele di Dio, dall’altro, quest’amore è misterioso, esige fiducia. Tenendo uniti questi due estremi, ci è possibile entrare nella logica nuova della fede, che è e resta la logica dell’oscuro, della mancanza di prove, dell’abbandono in Dio. La fede, nella sua essenza, è rischio, salto, fiducia, è un dubbio superato, è credere in Dio prima ancora di vederlo.

BUONA VITA!