CASAL DI PRINCIPE Che inguacchio al Comune: 38 moggi di terra confiscati alla camorra, valore superiore al mezzo milione di euro, al fratello dell’assessora Mirella Letizia. Gentilmente, fuori i documenti
18 Marzo 2024 - 19:10
Allora, poi, il sindaco Renato Natale e i suoi non si lamentino se qualcuno formula malevolenze e dietrologie sull’uscita del Comune dal consorzio Agrorinasce. Se ne parla da diverse settimane a Casale, ma abbiamo deciso di costruirci sopra un articolo contenente qualche riflessione non originalissima per noi di CasertaCE, ma mai come in questo caso adatta.
CASAL DI PRINCIPE (g.g.) Non sarà una campagna elettorale semplice, come del resto, a Casal di Principe, non sono mai state. Poi, è chiaro che c’è chi ritiene, a piena ragione, che meglio queste polemiche che le forme di controllo militare del voto, attuate in passato dal clan dei Casalesi. Ma, francamente, quando veniamo a conoscenza di certi fatti, rimpiangiamo ancora di più l’impossibilità subita, pienamente subita dalla scarsità dei nostri mezzi, di non aver potuto seguire stabilmente le vicende dei 10 anni dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Renato Natale.
Lo abbiamo scritto diverse volte: si tratta indubbiamente di una persona che non ha avuto nessun rapporto, né diretto, né indiretto, con la camorra, a cui è completamente estraneo. Ma ha fatto parte di quel paio di generazioni, da cui sono emersi personaggi, frutto di una testimonianza dell’anticamorra più assertiva, più dichiarativa che sostanziale, da parata più che da autentica militanza e non come quella realizzata, ad esempio, da noi di CasertaCe, che nulla abbiamo risparmiato e nulla risparmiamo al racconto, sillaba per sillaba, delle vicende narrate nelle ordinanze, con nomi, cognomi e indirizzi e nulla risparmiamo nella descrizione e nelle valutazioni di ciò che pletore di imprenditori, di costruttori, titolari di rendite di posizione, frutto delle facilitazioni da essi ottenute nel periodo della camorra imperante e che oggi consentono loro di fare il bello e il cattivo tempo con i ribassi e con la disponibilità a mettere in campo risorse economiche in un sistema amministrativo altamente permeabile e che noi consideriamo, alla luce delle migliaia e migliaia di articoli scritti in proposito, profondamente infiltrato dal morbo della corruzione.
Quando scriviamo che il più grande indotto della camorra è stato, qui da noi, l’anticamorra, ci riferiamo proprio ad una serie di persone che, con molta abilità, hanno curato la propria immagine, fatta di slogan, di parole, di luoghi giusti, di frequentazioni mirate, di convegni, di presentazioni di libri. Un sistema in cui nessuno rischiava nulla, perché, da che mondo è mondo, con le parole d’ordine e con l’esposizione degli slogan delle anime belle, nessuno è stato mai messo sotto terra da boss e da ras, i quali si arrabbiavano solo quando qualcuno metteva in pericolo la realizzazione dei loro affari economici, profondendo gocce di coraggio nel momento in cui si andavano a declinare, non tanto i nomi e i cognomi dei capi bastone o dei “mast”, ma di chi ne rappresentava e ne gestiva, molto spesso, i patrimoni.
Renato Natale è sempre appartenuto a questa categoria, Gli va riconosciuta un’abilità rara, che non è, almeno ai nostri occhi, un pregio, una qualità. Ma se questo è vero, allo stesso tempo, si deve ribadire il riconoscimento di una totale estraneità ad ogni frequentazione scomoda e ad ogni relazione impropria.
Il Comune di Casal di Principe non è diventato il luogo dell’idillio, del buon vivere, del buon amministrare. E’ diventato un Comune come tutti gli altri della provincia. Pieno, cioè, di procedure amministrative, economiche, di gara, sulle quali si allungano marcatissime ombre.
Leggete questa storia, che parte dalla seguente premessa: non siamo stati capaci, noi che siamo autentici specialisti nella ricerca di atti amministrativi in ogni sito istituzionale del mondo, in ogni albo pretorio digitale, in ogni sezione della cosiddetta “amministrazione trasparente”, di scovare la delibera di giunta che ha dato il la alla procedura per l’aggiudicazione di ben 38 moggi, valore di mercato, considerato il cosiddetto moggio capuano, di circa 600mila euro, frutto di una confisca di beni nei confronti del clan dei Casalesi, Né la delibera, né la determina, con la quale si è proceduto all’aggiudicazione. Abbiamo trovato solamente un brandello di verbale dal quale apprendiamo che questi 38 moggi sono stati aggiudicati dal Comune di Casal di Principe, dopo un’asta, alla cooperativa Eureka, che in greco antico significa “ho trovato”. Beh, Eureka ha trovato un tesoro, perché, con buona pace dell’enunciato utilizzo sociale, per la coltivazione a vitigno di questa area sterminata, attraverso l’impiego di giovani o comunque di persone che vengono da esperienze di vita difficili, lì si svilupperà un autentico business. Qui c’è la possibilità di ricavi portentosi, grazie da una concessione gratuita, così com’è specificato nel brandello del verbale di aggiudicazione che pubblichiamo in calce a questo articolo.
Eureka fa riferimento a Vincenzo Letizia, fratello di Mirella Letizia, per anni e anni e ancora oggi, assessore della giunta di Renato Natale. Il fratello di un assessore, dunque, si aggiudica con la sua cooperativa l’utilizzo gratuito di 38 moggi, avete letto bene, 38, confiscati alla camorra.
Queste cose a noi non piacciono, Non piacciono per nulla ed offrono il destro per poter formulare ogni tipo di ipotesi, di malevolenza, di dietrologia sulla leonina determinazione con la quale il sindaco Renato Natale ha voluto fortissimamente far uscire il suo comune dal consorzio Agrorinasce, che non sarà un luogo di anime pie, ma probabilmente avrebbe creato delle condizioni di maggiori difficoltà per operazioni come questa.
La determina fantasma dovrebbe essere stata firmata il 9 febbraio, ma, nonostante il nostro setacciamento, non l’abbiamo trovata. Il brandello di verbale di aggiudicazione informa, ancora, che alla gara hanno partecipato la Fondazione Rut Ets, il Centro nazionale sportivo Fiamma, la citata Eureka e, infine, la Pro loco Casal di Principe Aps che, francamente, cosa avrebbe potuto farci con 38 moggi di terreno coltivabile è un mistero tutto casalese, stavolta con c minuscola.
Sarebbe opportuno, importante e sarebbe interesse soprattutto dell’assessore Mirella Letizia che questi atti amministrativi emergessero. Lo diciamo con rispetto nei confronti del sindaco, dell’assessore e anche del marito di questa, quel Peppe Pagano fondatore del Ristorante Nco ed anche lui molto abile negli anni a ritagliarsi un’immagine di anticamorrista militante, aggiungendo però, alla stregua di ciò che abbiamo già affermato nei confronti di Renato Natale, che anche lui ha vissuto, almeno da quando lo conosciamo, una condizione di totale estraneità ad ogni relazione inconfessabile e ad ogni commistione.
Qui sotto l’unico documento da noi trovato, ossia il verbale di aggiudicazione.