GUARDA IL VIDEO. Fuochi d’artificio davanti all’Anfiteatro di S.MARIA C.V. Per la direzione è “una performance artistica”, ma è sembrata più da sagra di paesello

19 Agosto 2024 - 17:50

S. MARIA C.V. (p.m.) – Siamo un Paese che – come raccontano le cronache ed a causa del disastro culturale che l’ha investito negli ultimi venti anni almeno – non ci trova niente di strano che una pop-star come Madonna possa visitare in forma esclusiva un monumento pubblico come gli scavi di Pompei, per  un privilegio conferito dalla ricchezza straripante, in niente diverso, benché in piena democrazia, da quelli che erano una volta dell’aristocrazia ottocentesca.

L’arrivo della star Madonna a Pompei

Se il discendente attuale della casa Borbone, Carlo, avesse chiesto oggi di poter sposare alla Reggia di Caserta la sua Camilla Crociani, siamo sicuri che, in questo clima di montante banalizzazione e  commercializzazione dei nostri beni storico artistici, gli sarebbe  stato senza meno accordato. Diversamente dal diniego che invece, per evidenti ragioni di convenienza in senso ampio, gli fu opposto nel 1998.

E con l’affronto che ciò che gli era stato negato – che quale successore della dinastia già padrona della dimora reale qualche titolo pure poteva vantare – venne consentito nel 2018 per le nozze di Angela

Ammaturo, del marchio di moda Frankie Morello, pronubo il direttore dell’epoca del sito monumentale Mauro Felicori. E ci si può scommettere che, con il metro vigente, il matrimonio del reale avrebbe avuto perlomeno una diretta sulle reti della Rai.

Alcuna meraviglia, dunque, che nessuno si scomponga più di tanto se, come è accaduto ieri in tarda serata, nell’anfiteatro romano di S.Maria C.V. si sia tenuto per l’ennesima volta uno spettacolo piromusicale a coronamento della festa in onore dei santi patroni della città (in basso nel video).

Un recente cartellone affisso nel centro di
S.Maria C.V. che esalta l’importanza dell’Appia antica dopo il riconoscimento del Ministero della Cultura. Che valore può mai avere, giacché non è rimasto quasi nulla delle testimonianze storico-architettoniche esistenti a causa della cecità nella gestione pubblica dei beni culturali del territorio

Non si scompone la cittadinanza, che cerca il divertimento purchessia, confidando poi nel giudizio di chi dovrebbe tutelare e salvaguardare  tale testimonianza storica della città e della cultura. Non si scompone il ceto intellettuale della città  e della intera e popolosa provincia, pure rianimatosi con l’annuncio dei finanziamenti statali decretati in questi giorni per la via Appia antica. Ceto tendenzialmente letargico, incapace di opporsi alle ricorrenti iniziative di speculazione edilizia che hanno letteralmente devastato la memoria risalente del territorio. Nè agiscono le autorità pubbliche che avrebbero il compito della conservazione e della protezione dei beni culturali.

La Soprintendenza casertana sembra confinata  nei propri uffici di viale Douhet e non accorgersi mai di nulla. Leggiamo in qualche comunicato che il comune di S. Maria C.V., la Direzione Regionale dei musei nazionali della Campania nonché la  Direzione dell’anfiteatro campano e del Museo archeologico nazionale dell’antica Capua avrebbero voluto e concertato lo spettacolo piromusicale presso l’anfiteatro.

Dal nostro punto di vista è stato come affidare le pecore al lupo. D’altro canto basta leggere le finalità che si sono attribuite all’iniziativa per rendersi conto dell’oziosità di tutta l’operazione.

Nelle immagini, Carlo di Borbone e Camilla Crociani, ai quali fu negato il matrimonio nella Reggia di Caserta nel 1998 e che avvenne nel Principato di Monaco. L’allestimento dello scalone d’onore per il matrimonio di Angela Ammaturo autorizzato anni dopo, con il particolare dell’operaio che fu colto a montare un festone a cavalcioni di uno dei leoni della scalea.

Si dice: “Una performance artistica dal forte impatto emotivo, in un connubio sensoriale tra effetti visivi e una colonna sonora che evoca visioni immaginarie degli antichi ludi gladiatori. La Direzione del Museo archeologico nazionale dell’antica Capua e dell’Anfiteatro campano conferma che lo spettacolo si svolgerà in piena sicurezza, senza effetti detonanti e con la vigile collaborazione della polizia municipale e della Protezione civile di Santa Maria Capua Vetere. La manifestazione valorizzerà il maestoso monumento di età imperiale, nell’ambito del piano di promozione approntato per avvicinare la collettività al patrimonio del proprio territorio, favorendo l’ampia partecipazione e accompagnando la conoscenza e la fruizione, a conferma della riconosciuta rilevanza culturale e internazionale del Circuito. Un momento evocativo, quello di domenica, reso indimenticabile dal suggestivo sfondo monumentale che ospiterà il mosaico di luci, riflessi e suoni che infiammerà il cielo, disegnando geometrie inaspettate in tutta l’area archeologica”.

La reminiscenza di ludi gladiatori, la  valorizzazione del maestoso monumento, la  conoscenza e la fruizione evocate possono averla immaginata solo i promotori. Noi abbiamo visto né più né meno ciò che era ed ossia lo sparo di fuochi artificiali con scoppi e giochi luminosi dannosi e pericolosi per il monumento. Ed estranei totalmente al luogo!

Non siamo certo contrari agli spettacoli pirotecnici. Anzi, non abbiamo neanche una pur possibile riserva ambientalista. Ma siamo contrari quando per interessi di facile consenso si abusa del patrimonio artistico ed architettonico collettivo.

E ci siamo dati anche una spiegazione di tutto questo. Questa manifestazione, in tale sua forma, è piuttosto recente. Non ha certo la risalenza centenaria  e la plausibilità dell’incendio del campanile. E’ esistita anche nel recente passato, è vero, ma con le batterie dei fuochi artificiali allestite in lontananza e nell’aperta campagna. Poi è venuta l’epoca degli assessori alla cultura in ogni comune grande e piccolo. Una iattura. Un profluvio di soldi buttati per iniziative insulse, ma buone per alimentare clientele elettorali. Una gara a chi la sparava più grossa. E qui l’idea astrusa di far esplodere, senza alcun senso od un minimo di giustificazione credibile, i fuochi d’artificio direttamente nell’anfiteatro. 

E’ tempo che tutto ciò finisca, se non vogliamo che anche le nuove generazioni pensino che tutta questa caciara abbia a che fare con l’autentica cultura.

Un momento dello spettacolo piromusicale di ieri all’anfiteatro campano