Vibrione di colera in uno stabilimento del casertano, l’Asl: “allarme rientrato”

23 Agosto 2024 - 09:13

Le analisi hanno evidenziato che si tratta di un batterio non patogeno: nessun rischio per la salute di lavoratori, animali e consumatori

GIOIA SANNITICA – Un vibrione di colera è stato rinvenuto nel fegato della carcassa di un vitello allevato e deceduto in uno stabilimento di Gioia Sannitica adibito alla produzione di latte. La scoperta è avvenuta il 16 agosto presso il laboratorio dell’IZSM (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno) di Portici. Immediatamente veniva inviata la comunicazione all’Asl di Caserta. L’IZSM comunicava anche di aver subito inviato il campione al Centro di Riferimento Nazionale per i vibrioni con sede ad Ancona per la necessaria conferma. Ricevuta la comunicazione, l’Asl inviava immediatamente sul posto squadre di medici e di veterinari, richiedendo anche la presenza di funzionari dell’Arpac. Il personale medico dell’Asl di Caserta verificava lo stato di salute del personale presente, raccogliendo quante più informazioni possibili; procedeva al prelievo di numerosi campioni di acqua; imponeva la raccolta di feci di tutto il personale dipendente dello stabilimento il quale è in larghissima parte costituito da lavoratori provenienti dall’India e dal Bangladesh.

Dal 16 agosto in poi i controlli nello stabilimento si sono susseguiti quasi quotidianamente per verificare la situazione sanitaria degli uomini, degli animali e degli alimenti. In data 21 agosto il Centro di Riferimento di Ancona comunicava che il Vibrio Cholerae presente non era patogeno in quanto non possedeva le caratteristiche genetiche per la produzione delle tipiche tossine causa di malattia. Poiché anche le analisi sulle acque e sulle feci finora espletate non hanno evidenziato la presenza di vibrioni, l’allarme può considerarsi rientrato.

È stata anche liberalizzata la vendita del latte in quanto il rischio è rientrato nella norma. L’Asl continuerà comunque a tenere sotto controllo la situazione sanitaria degli uomini, degli animali e degli alimenti, fermo restando che al momento non c’è alcuna evidenza di elementi che possano far pensare ad un innalzamento del rischio per la salute dei cittadini.