Il badante killer: “Così ho ucciso quattro vecchietti”, ma potrebbero non essere gli unici. Il passato da chef e i precedenti penali. La diagnosi di un tumore all’inizio di tutto

24 Agosto 2024 - 13:22

Diplomato in ragioneria, gestiva un suo ristorante quando un infarto lo ha colto e portato a cambiare lavoro

CASERTA – È fissato per le 9:45 di lunedì mattina l’interrogatorio di garanzia, con la Gip dottoressa Grammatica, per Mario Eutizia, soprannominato il “badante killer”, assistito dagli avvocati Gennaro Romano ed Antonio Daniele.

Una vita costellata di tanti cambi di lavoro, quella di Eutizia, il 48enne napoletano, originario della zona della Maddalena, che ha confessato l’omicidio di quattro anziani per cui ha operato come badante (CLICCA QUI).

Diplomato in ragioneria, si è improvvisato badante da alcuni anni, ma in realtà lui era uno chef con esperienza in numerosi ristoranti del Nord e Sud Italia, culminata con l’apertura di un suo locale in Georgia.

Dopo quindici anni di carriera come chef, un evento ha sconvolto la sua vita: colto da infarto durante un servizio in cucina e operato d’urgenza, gli era stata diagnosticato un tumore pancreas. Tra le sue patologie anche una grave forma di diabete.

Dopo la scoperta della malattia è rientrato in Italia, dove ha cambiato mestiere cominciando a operare come badante, ma senza alcuna qualifica o titolo di studio specifico nella materia.

Sposato e separato, padre di una ragazza, nel suo passato giudiziario figurano anche delle truffe online per importi esigui e precedenti per furto, danneggiamento e appropriazione indebita. Attualmente risulta non avere fissa dimora.
La

convalida del fermo potrebbe arrivare a giorni. Nel frattempo è detenuto nel reparto Volturno del carcere “Uccella” di S.Maria C.V.

Si dimostra molto collaborativo, ha uno stato d’animo tranquillo e si è dichiarato sollevato per essersi liberato dal peso che si portava dentro.

La sua scelta di costituirsi a Caserta sarebbe stata motivata dal tentativo di evitare la detenzione immediata. Al pubblico ministero Annalisa Imparato della Procura di S. Maria Capua Vetere ha detto: “Confesso perché potrei rifarlo”.

Ha poi spiegato le modalità con cui ha portato alla morte, “per compassione e misericordia cristiana” – parole sue – i quattro anziani di cui ha confessato l’omicidio: aumentava, fino a quadruplicarle, le dosi dei farmaci antitumorali tra i quali Talofen e Trittico (CLICCA QUI).

Eutizia si procurava i medicinali tramite regolare prescrizione medica, perché erano farmaci effettivamente prescritti ai malati, di cui lui somministrava una dose massiccia, che si rivelava letale.

In quindici anni di professione da badante, si è occupato di circa 30 malati. Potrebbero non essere solo 4 le morti da lui provocate. Per ora ha confessato due omicidi a Latina, compiuti nel 2014, di cui non è ancora nota l’identità, e due omicidi molto più recenti, ovvero quello dell’89enne Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023, e del 96enne Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati, in provincia di Salerno, nel marzo 2024.