CASERTA. La vicenda oscura delle strisce pedonali bianche e rosse. Soldi finiti, ciao ciao alla variante ciao ciao con l’arrivo della commissione d’accesso e Santonastaso ci racconta
12 Settembre 2024 - 12:15
…della strana attività della K-City. L’anno scorso avevamo affrontato in maniera molto sommaria questo argomento, che oggi assume un significato ben diverso. Ci ha colpito la recita da agnellino fatta da Carlo Marino in consiglio comunale ieri mattina, rispondendo, stavolta lui direttamente come mai era successo in passato (essendo tornato al vecchio amore, costretto ad assumere lui stesso la delega ai Lavori Pubblici) all’interrogazione presentata dal consigliere comunale Fratelli d’Italia
CASERTA (g.g.) – In pratica un’altra persona. Carlo Marino non si rende conto che più aumenta il divario tra il Marino pre-nomina della commissione d’accesso e il Marino post-nomina, e maggiormente viene messa a nudo la caratterizzazione dolosa del modo con cui questa città è stata amministrata negli ultimi 8 anni.
Perché se uno, all’improvviso, comincia, insieme al suo compare Franco Biondi, a pubblicare addirittura gli affidamenti in sub-appalto, se uno, dopo averlo assunto, invita bonariamente il comandante dei Vigili Urbani, con tante esperienze tangenti alla camorra Antonio Piricelli a togliere il disturbo, se uno pubblica tutti i permessi a costruire, che ci hanno consentito, l’altro giorno, di scrivere per la prima volta in otto anni i nomi di chi ne aveva beneficiato, ciò significa che questo allineamento a uno standard di legalità, risaltando in questo modo, rappresenta una novità e dunque tutto quello che è stato prima della nomina della commissione d’accesso è stato illegalità, come noi abbiamo sempre sostenuto.
Anche il Carlo Marino sindaco in consiglio comunale sembra un’altra persona. Qualcuno, tra il serio e il faceto, lo ha definito “un agnellino”.
Ce ne siamo accorti ieri, seguendo la seduta in streaming, quando, di fronte alla riproposizione di una ormai vecchia nonché giustissima battaglia portata avanti dal consigliere comunale di FdI Paolo Santonastaso, Marino, che mai e poi mai lo avrebbe fatto prima dell’avvento dei commissari antimafia di governo, non solo ha risposto, ma lo ha fatto con garbo e ha anche dato ragione ai contenuti di ciò che Paolo Santonastaso non ha sostenuto per la prima volta ieri, ma che denuncia da più di un anno.
Tuttavia Marino non ha cambiato i suoi connotati. Il suo atteggiamento del presente è, infatti, l’altra faccia della stessa medaglia. Attenzione: viene arrestato l’assessore ai Lavori Pubblici Massimiliano Marzo? Viene indagato il vicesindaco e assessore alle Attività Produttive Emiliano Casale? E lui scarica le responsabilità su di loro e, azzerando la giunta, si propone alla città come vittima di un meccanismo che lui, oberato da mille impegni, non è riuscito a controllare e gli è sfuggito di mano. Ma la medaglia sempre quella è, perché l’altro arrestato e indagato Biondi non viene avvicendato radicalmente nelle sue competenze, che gli vengono confermato dopo che il Riesame (che aveva fatto lo stesso con Marzo) revoca la misura cautelare.
L’unica cosa concreta, l’unico anello di piombo di questa amministrazione, è quello che abbiamo sempre definito il consolato della città: Carlo Marino e Franco Biondi. Il resto è tutto scaricabile.
Rispondendo all’intervento di Paolo Santonastaso, il sindaco ha riconosciuto al consigliere quella porcheria, a nostro avviso già preparata prima, della costosa operazione delle strisce pedonali bianche e rosse. Si è chiesto inoltre se questo errore fosse dipeso dal direttore dei lavori. Lui, Marino, non sapeva nulla.
Ha aggiunto che lui nella questione giuridica posta dal consigliere Santonastaso non sarebbe entrato pur riconoscendo, quasi come se lui fosse un osservatore esterno, che qualcosa in quell’appalto non avesse funzionato.
Casertani, per una volta non fate gli ipocriti. Venite allo scoperto e metteteci la faccia, dicendo che chiunque di voi può credere che in un appalto da 3 milioni di euro Carlo Marino, con la sua storia, con i tanti anni di assessorato ai Lavori Pubblici che lo hanno reso il politico più desiderato dagli imprenditori della spesa pubblica, possa credibilmente essere considerato oggi un apostolo della legge Bassanini.
Un politico che, una volta tracciati gli indirizzi in un piano triennale delle opere pubbliche, una volta specificati gli stessi attraverso plurime delibere di giunta, afferma che in Italia c’è una normativa che, da quell’istante in poi, affida tutte le altre situazioni operative ai dirigenti.
Marino, pur essendo un fratello di latte di Franco Biondi, ha governato come console con lui.
Per Carlo Marino i lavori pubblici, il Suap, sono tutta la sua vita.
Ogni giornata di questi 8 anni, ma anche quelle precedenti a questi 8 anni, l’ha trascorsa (magari in molta parte con Franco Biondi) a parlare di ingegneri, di architetti, di studi di progettazione, di incarichi da attribuire, di gare d’appalto da aggiustare, come dimostra il rinvio a giudizio appioppatogli dal Tribunale di Napoli nel processo per il grande business della monnezza, 116 milioni, già aggiudicati provvisoriamente all’impresa amica di un altro Carletto mica da ridere, cioè Carlo Savoia.
Ma qual era la questione trattata, su cui Marino ha ritenuto che fosse utile all’improbabile disegno di una dimostrazione della propria verginità rispondere a Santonastaso?
È lo stesso Santonastaso, che abbiamo rintracciato a 24 ore di distanza dal consiglio, a riassumercerla: “Tutto inizia un anno fa, quando presento una interrogazione sull’appalto da circa 3 milioni di euro per la segnaletica verticale ed orizzontale della città. In quella mia iniziativa mi occupo principalmente degli attraversamenti pedonali e faccio notare all’amministrazione che, per il Codice della Strada, per una giurisprudenza consolidata e per un intervento amministrativo molto autorevole, una direttiva del Ministero delle Infrastrutture, è ormai materia pacifica che le strisce pedonali non possono essere più realizzate in bianco e rosso, ma che bisogna attenersi allo schema classico della striscia bianca sul nero dell’asfalto“.
“Quell’interrogazione raccoglie – continua Santonastaso – una risposta laconica dell’allora assessore ai Lavori Pubblici Massimiliano Marzo, il quale afferma in consiglio che tutto sommato le strisce bianche e rosse le facevano dappertutto e dunque lui non ravvisava alcun motivo per modificare il contenuto del capitolato”.
Attenzione, aggiungiamo noi: non era solamente una questione di tipologia del disegno delle strisce pedonali, tema comunque importantissimo visto che in Italia, dall’inizio dell’anno ad oggi, sono più di 250 i pedoni investiti, tanti di loro anche mentre attraversavano sulle strisce.
Santonastaso ne fa anche una questione di tipo economico e rammenta, nella sua interrogazione, come la Corte dei Conti fosse già intervenuta condannando un Comune per danno erariale per la pervicacia con cui aveva sagomato le proprie strade con strisce bianche e rosse.
“Ho sottolineato in quella interrogazione e in una successiva quale fosse la differenza di costo tra le strisce bianche e rosse e quelle bianche e nere. Si tratta di dati ufficiali: quasi cinque volte in più. Si tratta di ragionamenti tecnici – aggiunge il consigliere comunale – che andrebbero integrati ancor più seriamente in un contesto generale di risistemazione dei manti stradali cittadini“.
“Quando c’è un buon asfalto, infatti, la colorazione bianca, così come qualsiasi altra colorazione che serve per la segnaletica orizzontale, regge benissimo negli anni. In caso contrario sfuma, con un ulteriore aggravio dei costi per il ripristino”.
Sollecitiamo, infine, Santonastaso a raccontare l’esito o al limite la situazione attuale di questo appalto in corso per la segnaletica orizzontale: “A quanto mi risulta – dice – l’impresa ha terminato i lavori, o quantomeno in città non sono avvistati da qualche tempo gli operai dell’impresa aggiudicataria ed autrice. Tuttavia restano tante parti di Caserta in cui gli attraversamenti pedonali non sono stati realizzati. In effetti, si registra un fatto ancora più strano. Proprio nelle ultime 24 ore ho incrociato e fotografato, facendo il mio dovere di consigliere, un gruppo di lavoratori di K-City, la concessionaria dei parcheggi a pagamento, mentre tracciavano strisce pedonali all’inizio di via Roma, all’altezza del negozio Espò. Non sono abituato a trarre conclusioni affrettate, ma questa è un’altra cosa su cui cercherò di assumere informazioni ufficiali in modo da informare correttamente la città”.
Santonastaso ha il senso delle istituzioni. Pesa le parole. Noi non abbiamo questa esigenza.
Quando Massimiliano Marzo gli rispose, e c’è traccia di ciò nello streaming, affermò en passant, veloce veloce, che riteneva probabile una variante, ossia una integrazione degli importi da corrispondere all’impresa esecutrice.
Beh, questo darebbe un senso a tante cose e anche alla pervicacia con cui si è voluto seguire il sentiero delle strisce bianche e rosse. Il fatto che costassero molto di più delle strisce normali, ci chiediamo, era noto alle competenze di Massimiliano Marzo, alle competenze dell’Ufficio Tecnico di Franco Biondi, alle competenze dell’impresa esecutrice?
Quando questa ha presentato l’offerta, ha ritenuto in buona fede di poterseli far bastare i soldi stanziati o già quell’offerta aveva incorporato la certa prospettiva di una variante in corso d’opera poi resa impossibile dalle tempeste abbattutesi finalmente, meglio tardi che mai, sul Comune di Caserta, ma resa già prima complicata dal fatto che Santonastaso, in questa storia, ci avesse ficcato il naso?