I NOMI. La procura chiede tre condanne per la morte dell’operaio casertano: ne arriva solo una (e mini)
23 Settembre 2024 - 17:46
L’incidente fatale nel marzo di cinque anni fa all’interno del capannone della società titolare dei supermercati Decò
PASTORANO – Per il giudice Meccariello del tribunale di Santa Maria Capua Vetere la tesi accusatoria della procura locale era troppo grave rispetto ai fatti che hanno portato alla morte del 39enne Antonello Migliaccio, scomparso nel marzo 2019 mentre effettuava dei lavori all’interno del capannone della Multicedi di Pastorano, società titolare dei marchi Decò, Ayoka, AdHoc, Dodeca e Sèbon.
Delle tre condanne a tre 3 anni di reclusione invocate per gli imputati, ovvero il 63enne Pietro Ragozzino, legale rappresentante della Multicedi, Salvatore Luiso, legale rappresentante della Due Elle Multiservizi e Gennaro Rossi, coordinatore della sicurezza all’interno del capannone, infatti, solo una è arrivata, ma molto più contenuta rispetto alle richieste dei pm.
Assolti Ragozzino e Rossi, condannato, invece, a 7 mesi Salvatore Luiso, il proprietario della ditta per cui Migliaccio lavorava.
I tre erano alla sbarra di omicidio colposo e violazioni alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il lavoratore il 4 marzo 2019 stava guidando un sollevatore elettrico per conto delle “Due Elle Multiservizi” all’interno del capannone della “Multicedi”. Durante una manovra in retromarcia, le ruote posteriori del muletto uscirono dalla rampa di carico e scarico, e il mezzo precipitò nel vuoto con il suo conducente. Migliaccio morì in ospedale pochi giorni dopo.
Si trattava di un “lavoro in quota”, visto che si dovevano sistemare montanti in ferro e pannelli in cartongesso su un soppalco ad un’altezza di sei metri.