LA LEGA VUOLE IMBAVAGLIARE CASERTACE sull’attività della signora Durigon nelle società dell’aversano Domenico Orabona

25 Novembre 2024 - 17:10

Riceviamo, pubblichiamo e, naturalmente, replichiamo, facendo esattamente il contrario di quello che ci viene chiesto, ossia un’assurda e antidemocratica diffida a non scrivere più della dottoressa Alessia Botta, moglie del sottosegretario la lavoro, Claudio Durigon, nella società dell’imprenditore di Aversa, Domenico Orabona

Spettabile Redazione,

in nome e nell’interesse della Sig.ra Alessia Botta si rappresenta quanto segue.
In data 21 novembre u.s., sul quotidiano on line Casertace.net veniva pubblicato un
articolo, firmato con la sigla G.G., dal titolo “ASSUNZIONI SCANDALO indirette all’ex
Consorzio Idrico. Zannini e Graziano finanziano anche la Lega ( ). Nell’azienda di
Orabona lavora la moglie di Durigon, pupillo di Salvini” nel quale il giornalista
costruisce una falsa e diffamatoria correlazione tra circostanze di fatto, tale da veicolare
una notizia non vera.

In particolare, si cerca di insinuare che l’assunzione della sig.ra Botta nella società
riconducibile all’imprenditore Dominico Orabona dipenda esclusivamente dallo storico
legame che quest ultimo ha con l’On. Durigon, screditando così la competenza e il ruolo
professionale della predetta. Circostanza che non corrisponde in alcun modo a verità.
Pertanto, nella notizia diffusa con l’articolo citato non può rinvenirsi un lecito esercizio
del diritto di cronaca, difettando l’essenziale requisito della verità della notizia, atteso
che

la Cassazione sostiene pacificamente che una esposizione allusiva e ammiccante è
idonea a ledere l’altrui reputazione laddove le frasi insinuanti e suggestive, siano idonee
a ingenerare nel lettore il convincimento dell’effettiva rispondenza a verità del fatto
narrato.

Con la presente, in nome e per conto della Sig.ra Alessia Botta si diffida la redazione
dalla pubblicazione di ulteriori articoli di stampa aventi ad oggetto la posizione
lavorativa della sig.ra Botta, con avvertimento che in caso contrario saranno adite le
opportune vie giudiziali per la tutela dei propri diritti e per il risarcimento dei danni
subiti e subendi.

Roma, 22.11.2024

CASERTA – Gentile avvocato Francesco Scacchi. Intanto la ringraziamo per averci scritto, quand anche si tratti di una diffida, a nostro avviso, del tutto infondata.

Una comunicazione è, infatti, sempre qualcosa che appartiene all’utilità per quello che è l’obiettivo che dovrebbe accomunare il suo interesse di professionista e il nostro di strutturati operatori dell’informazione, quello del primo giornale per lettori e speso specifico della provincia di Caserta, valutazione questa certificabile e che noi non utilizziamo con l’obiettivo dell’autoelogio ma per specificare che si tratta di una condizione che ci responsabilizza molto nei confronti delle decine e decine di migliaia, spesso anche centinaia di migliaia di lettori, che ogni giorno ci seguono.

Detto ciò, proprio per dimostrare a lei alla sua assistita il rispetto che meritate, impostiamo la nostra replica su una letterale analisi del testo della diffida da lei inoltrataci.

Secondo lei, la ricostruzione giornalistica è “falsa e diffamatoria“. Dunque, se è convinto che sia così, se è convinta anche la dottoressa Alessia Botta, avete fatto male, malissimo ad utilizzare l’oggetto della missiva in questione. Se uno, infatti, ritiene di essere stato diffamato, ha il dovere, essendo venuto a conoscenza, nel caso specifico sulla propria pelle, di una notizia di reato, di presentare una denuncia-querela e/o una citazione in sede civile che la rende fatto che esula da un rapporto privato tra presunto diffamatore e presunto diffamato.

Secondo punto. Lei, avvocato Scacchi, facendo suo – riteniamo – il pensiero della sua cliente, definisce “falsa” la nostra ricostruzione. Ritengo, allora, che la stessa cosa abbia comunicato a suo tempo a Il Fatto Quotidiano e alla giornalista Valeria Pacelli, da qui noi abbiamo tratto le notizie che, peraltro, in quell’articolo l’imprenditore aversano Domenico Orabona non ha smentito, accettando anzi di replicare con parole da noi, non a caso, riportate testualmente nell’articolo da lei contestato.

Non devo rammentare alla sua cultura quelli che è lo status esistenziale della “moglie di Cesare”. La consorte o il consorte di un politica o di una politica di grido, come ci ha dimostrato ampiamente anche il caso Giambruno, produce conseguenze di evidenza pubblica, come è giusto che sia.

Se la moglie del Sottosegretario al lavoro opera all’interno di una società che pur non avendo ricevuto, a detta del suo titolare, mai alcuna provvigione governativa dall’unico settore da cui potrebbe riceverlo, ossia proprio il dicastero del welfare e lavoro, essendo Magistra e la sua controllata, Talenti, società di formazione e somministrazione lavoro, ciò non vuol dire che debba calare il livello di attenzione di un giornale serio su quello che, comunque, è un rapporto, una relazione a rischio.

Le formuliamo una domanda, giusto per essere amichevoli, vogliamo metterci io e lei, un giorno, a controllare quanto del fatturato di Talenti srl e di Magistra srl dipenda direttamente o indirettamente da pubbliche commesse? Il caso diretto è quello dell’articolo.

Due enti, la cui proprietà è nelle mani di soggetti pubblici, ossia i comuni, che rispondono a logiche politiche, hanno scelto Talenti srl per la somministrazione di servizi, azioni e attività attraverso una forza lavoro che noi abbiamo dimostrato essere riconducibile ai controllori politici, in questo caso del centrosinistra, deluchiani e non, dell’ex Consorzio Idrico e dell’Asi di Caserta.

Il caso indiretto lo illustriamo come una sorta di master: mettiamo che Talenti, controllata da Magistra, venga chiamata da una società della grande e media distribuzione alimentare per selezionare commessi, magazzinieri, banconisti eccetera.

Quel grande supermercato è arrivato a Caserta o ad Aversa, dove gli iter procedurali negli sportelli unici dell’edilizia (leggi concessioni e permessi) sono molto tortuosi. Secondo lei, avvocato Scacchi, di quell’elenco di somministrati che Talenti fornisce al dato supermercato, c’è qualcuno, almeno qui da noi, che non sia stato suggerito dal sindaco, dall’assessore, dal consigliere comunale, eccetera?

Ecco perché per la dottoressa Botta si pone il tipico problema della moglie di Cesare. Perché Claudio Durigon non è soltanto il Sottosegretario al lavoro, ma è anche uno dei cinque dirigenti più importanti della Lega, ossia di uno dei partiti del governo che esprime il vicepresidente del Consiglio, che ha indicato il ministro degli Interni, che ha nello stesso leader, Matteo Salvini, il potente ministro delle Infrastrutture.

Ha letto per caso nel nostro articolo un passaggio nel quale viene detto che Talenti o Magistra siano stati favoriti da Durigon? Il suo è un riflesso che non vogliamo involgarire con il banale riferimento con la coda di paglia. Noi formuliamo un altro ragionamento che investe questioni di opportunità ed è il seguente: qui a Caserta, il fatturato di Domenico Orabona, datore di lavoro della moglie del sottosegretario Durigon, è determinato da scelte politiche, solo da scelte politiche e null’altro.

Ora, le sembra un fatto serio chiedere addirittura una inortodossa moratoria della nostra trattazione relativa alla signora Durigon, alla luce di quanto abbiamo scritto?

Quindi, per quanto riguarda la sua valutazione relativa alle notizie false, noi gliela rispediamo ben infiocchettata al mittente e non ci costringa, nel caso si reiterasse questa definizione, ad andare noi a denunciarla per diffamazione. La dottoressa Botta non ha capito, a mio avviso, che nel momento in cui fa scrivere al suo avvocato un’assurdità del genere, chiedendo che non si parli più di lei, dell’attività con Domenico Orabona, non fa altro che accrescere i sospetti, i dubbi.

E infine, consente a noi, come abbiamo fatto nel titolo di questo articolo, di scrivere che la Lega vuole imbavagliare CasertaCe, giornale che lei, la signora Durigon, e lo stesso Durigon, non conoscono bene e sul quale potrebbe chiede informazioni agli esponenti locali del partito i quali direbbero subito che l’ultima cosa da fare con noi è minacciarci.

Questo avevo da dire, questo avevamo da dire come comunità di CasertaCe, questo ho detto e questo abbiamo detto. In attesa di una contestazione seria, sul merito, le porgo e le porgiamo i nostri cordiali saluti. Lei capirà, infatti, che non potevamo non rispondere con asprezza alla sua asprezza.

Gianluigi Guarino
direttore responsabile di CasertaCe