CASERTA. Una città senza cinema, ma da dove escono attori e registi. Un altro esempio dell’assenza delle istituzioni

23 Dicembre 2024 - 17:21

A Caserta anche il cinema è vittima della insipienza della classe politica. Anzi è l’ultimo dei pensieri, dato che la città esprime attori ed autori di primo piano che ne potrebbero essere gli ambasciatori

Caserta (p.m.) Scriviamo queste brevi note di costume casertano, a riguardo di un tema che sembra definitivamente rimosso. Ossia quello di un cinema della città, la quale, molto probabilmente, è l’unico capoluogo di provincia italiano a non averne uno. Un poco come succede per il Tribunale, che è a S.Maria C.V. e non già a Caserta come dovrebbe essere secondo la  regola generale. E chissà quanto tale dato platealmente negativo abbia pesato alla voce cultura e tempo libero nel relegarci al 101 posto, su 107, della graduatoria Qualità della vita 2024 stilata annualmente da Il Sole 24 Ore.

Si ricorderà che le ultime traversie delle sale cinematografiche casertane sono state: una prima chiusura del superstite cinema San

Marco al corso Trieste delle 4 sale che esistevano una volta in città, l’apertura del multisala Duel  e la sua successiva cessazione a causa di un incendio, la seconda chiusura del cinema San Marco con la vendita della sala  per la realizzazione di un nuovo condominio e l’altalenante attività del cinema don Bosco ai Salesiani di via Roma.  Accanto a questa realtà, va ovviamente ricordata l’esaltante esperienza del cineclub-cineforum  Vittoria di Casagiove, sorto nell’ottobre del 1984 (la struttura, chiusa nel 2014 e venduta per un investimento commerciale, con decreto del maggio 2016 è stata sottoposta a vincolo storico-culturale ma non ha più ripreso le sue attività) che i cinefili casertani consideravano il proprio cinema datane anche la vicinanza al capoluogo. Della parentesi del Big cinema di Marcianise, che ha finito anch’esso per chiudere, e dell’odierno Cinepolis al Centro Campania non mette conto parlarne, perché non della città e per il loro carattere diverso di multisale, meno empatico delle sale tradizionalmente intese.

In tutto questo frattempo, gli uomini di cinema della provincia e del capoluogo, attori ed impresari, famosi e meno famosi, primo tra tutti la star internazionale Toni Servillo, hanno fatto appelli per la rinascita a Caserta di un suo luogo dell’arte cinematografica, alcuni di essi fornendo anche indicazioni operative e sulle possibili strade da intraprendere. Non ne parliamo delle parole di circostanza dei politici investiti della questione. A starle a sentire, pareva che dopo qualche giorno, non si sa come, non si sa dove, sarebbero iniziate le proiezioni della nuova era cinematografica casertana. Sta di fatto che, non solo non si è combinato niente, ma del tema non si è parlato neppure più. Perfettamente in linea con la politica degli annunci, la politica per slogan di cui i nostri amministratori pubblici sono veri campioni e di cui gli elettori che li mettono ai vertici decisionali si accontentano.

Poiché la realtà è più forte di ogni indolenza, di ogni pania burocratica, le cose hanno preso una loro strada. I casertani appassionati del cinema d’autore da diverso tempo hanno eletto la loro sala in quella del Teatro – Cinema Ricciardi di Capua. Agevolati nel trasferimento dalla variante SS700 – Maddaloni S.Maria C.V. – agli spettacoli pomeridiani e serali si incontrano numerosi spettatori che provengono da Caserta. Moltissimi sono gli stessi esuli del Cineclub Vittoria e del San Marco. La storica sala capuana,  attenta alla programmazione di qualità, sta ottenendo un favore di pubblico non comune. Giusto per fare un esempio, il recente film “Parthenope”, di Paolo Sorrentino, ha fatto registrare il sold-out per tutti i giorni di proiezione. Molte pellicole sono presentate attraverso incontri dibattiti con gli autori, che suscitano partecipazione ed interesse  del pubblico.

Ovviamente, poiché nulla accade per caso, tutto questo successo si deve ad un artefice, che è il direttore artistico della sala e critico cinematografico Francesco Massarelli.

Massarelli è conosciuto per la sua competenza e le relazioni anche personali che vanta con i protagonisti in senso ampio del mondo del cinema italiano. E’ la persona che, per le sue capacità, è in grado di  fare  la differenza. Prima della loro chiusura, è stato nel tempo responsabile delle stagioni cinematografiche  del San Marco di Caserta e del Vittoria di Casagiove e non sappiamo quali vicende lo abbiano fatto approdare con successo a Capua.

Sul palco del Ricciardi, Massarelli intervista gli affermati capuani Gianluca Jodice e Giuseppe Trepiccione, in occasione della proiezione del film Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, di cui sono stati sceneggiatore e montatore

Però una traccia l’abbiamo da un suo stesso post del 31 luglio dell’anno scorso, in cui commentava: “… venti giorni fa Toni Servillo inaugurava il Capua Film Fest. Appena salito sul palco salutava il pubblico sottolineando che la sua presenza voleva essere il riconoscimento del grande lavoro svolto dal Teatro Ricciardi – Capua, ultimo baluardo a difesa della cultura cinematografica sul nostro territorio. Me lo aveva detto al telefono, lo aveva ribadito in macchina e poi aveva sentito il bisogno di esplicitarlo davanti a circa 300 persone. Intervistato prima di salire sul palco…aveva parlato giustamente anche della situazione a Caserta città, esprimendo un indiscutibile punto di vista sulla questione: la città ha bisogno di un cinema, ma anche di iniziative come la nostra a Capua. Oggi tutte le testate riprendono una parte del servizio di ieri al TGR, riaccendendo ancora una volta i riflettori sul problema. … ci sono diversi articoli a riguardo… Tutto giusto e condivisibile, salvo il fatto che si trascura la chiosa con cui Servillo aveva voluto sottolineare anche un altro concetto: chi ha saputo colmare il vuoto cinematografico con eventi tanto importanti a Capua dovrebbe essere messo nelle condizioni di ripeterli anche a Caserta. Ma come al solito competenze ed esperienze vengono facilmente dimenticate ed il lavoro svolto da chi ha passione autentica totalmente trascurato”.

Un modo smussato per dire quello che in effetti tutti sanno. Ed ossia che anche nel sistema dei finanziamenti pubblici dello spettacolo, non escluso il comparto cinematografico, il merito non conta assolutamente nulla. Perché è uno degli ambiti in cui la politica locale piazza i propri, secondo quell’amichettismo  diffusamente praticato in quanto di fatto impunito.

E’ proprio di queste ore la notizia che alcuni imprenditori di Caserta e Napoli avvieranno, con il nuovo anno, una stagione cinematografica nella sala teatrale, opportunamente adeguata, della chiesa di Puccianiello. L’obiettivo sarà quello di proporre film di prima visione e di successo. Non resta che attendere la risposta dei casertani. Quella di sindaco e degli assessori che penseranno  generosamente di avere profili di competenza  è già certa perché usuale. Molto fumo, molta propaganda, senza aver mosso un dito. La lezione è risaputa: le cose fattive si realizzano in città malgré eux.