La biografia criminale dell’uomo che ha investito ed ucciso Rosa Esposito ad Aversa. Truffe, estorsioni ed una carriera politica nel partito di Nicola Ferraro
15 Agosto 2018 - 17:00
AVERSA- (Christian de Angelis) Ecco il curriculum criminale del pirata della strada, che, lo scorso 9 agosto, ha investito ed ucciso Rosa Esposito strappandola dall’affetto dei suoi cari.
Si tratta di Luca Cioffo, giá noto alle forze dell’ordine, originario di San Cipriano d’Aversa, ma da anni residente in Emilia Romagna, cioè in quella che è diventata una sorta di seconda patria criminale dei Casalesi per intenderci.
Luca Cioffo ha anche un passato politico, avendo rappresentato l’Udeur in Emilia Romagna, prima da vicesegretario regionale e poi da commissario.
Esperienza breve dato che tu catturato a Carpi, in provincia di Modena, dopo 4 mesi di latitanza.
Le accuse ai suoi danni furono diverse e gravi: estorsione, truffa e ricettazione.
Fu catturato nella casa della sorella dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, dopo aver cercato maldestramente di nascondersi sotto al letto.
Il 42enne Luca Cioffo aveva svolto anche la professione di immobiliarista.
Il richiamo della politica era tornato quando aveva iniziato a vagare tra le varie schegge frutto dell’esplosione della prima Democrazia Cristiana.
Ha avuto esperienze nell’UPC, di Antonio Satta per poi transitare nella mini, ma proprio mini, Democrazia cristiana di Giuseppe Pizza.
Poi l’Alleanza di Centro, fondata dal giornalista iripino Francesco Pionati
Luca Cioffo si è candidato anche al consiglio provinciale di Caserta, incassando 170 voti nel collegio Casapesenna-San Cipriano.
Ma il curriculum criminale è molto più interessante di quello politico: a Modena, fu processato anche per dei presunti raggiri sui mutui della prima casa.
Non c’è che dire, un talento naturale: la prima estorsione la commise, in effetti, a soli 16 anni, scegliendo poi di dedicarsi prevalentemente alle truffe.
In sintesi, le forze dell’ordine non considerano Luca Cioffo solo un abile faccendiere, ma un colletto bianco, vicino al clan dei Casalesi.
E dentro alle guerre di camorra, sono caduto anche dei suoi congiunti: il cugino Nicola Cioffo, assassinato nel 1990 a Villa Literno e lo zio Domenico Cioffo, uccio cinque anni dopo. La Questura di Caserta, nel gennaio 1995 gli recapitò un avviso orale, perché sospettato di appartenere all’organizzazione camorristica del Clan dei Casalesi.