Raffaele Pezzella è “in cielo, in terra e in ogni dove”. La ditta protagonista del suo arresto fa doppietta all’ASI Caserta
26 Febbraio 2025 - 14:14
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Se non è riconducibile all’imprenditore, la Rilgeo resta comunque nella storia del processo per corruzione dell’ignoto dirigente della Provincia. L’Asi di Caserta gli ha consegnato 59 mila euro in un anno
CASERTA – L’Asi di Caserta in questi giorni ha pagato 12 mila euro, ultima tranches dell’incarico datato agosto 2023, poi rinnovato nel maggio 2024, per un totale di 59 mila euro, del servizio tecnico di rilievo, frazionamento, trascrizioni in conservatoria dei registri immobiliari e volturazioni catastali legati a degli espropri nel territorio comunale di Marcianise addirittura datati 1978 e 1980.
La liquidazione è firmata da Carlo Tramontana, dirigente dell’Ufficio tecnico dell’ente guidato dalla presidenta Raffaela
Si tratta della Rilgeo Service, una sas con sede nell’alto Casertano. L’Asi la segnala ad Alife, mentre tutti gli altri siti che abbiamo analizzato inserisce quale casa di questa impresa Piedimonte Matese.
Di proprietà di una certa Vittoria Carullo, riteniamo professionista dell’area matesina, per la procura di Benevento, che arrestò (poi scarcerato) l’imprenditore di Casal di Principe Raffaele Pezzella, portato a processo con le accuse di corruzione, ma anche di rapporti con il clan dei Casalesi (secondo la DDA di Napoli il altri due procedimenti e non i pm sanniti), la Rilgeo sarebbe direttamente riconducibile al citato Pezzella o “comunque da quest’ultimo indicata per mascherare la ricezione di importi illeciti”.
Si tratta dell’ormai famigerato processo sulla mazzetta da 78 mila euro che un ingegnere della Provincia di Caserta, rimasto ignoto ai pm sanniti, avrebbe ricevuto, con il tramite di Raffaele Pezzella, uomo che conosce bene le stanze dell’amministrazione provinciale casertana, e pagata dai componenti del Raggruppamento temporaneo di Professionisti che aveva come punto di riferimento la figura del notissimo ingegnere Carlo Camilleri, ex consuocero di Clemente Mastella e legato a doppio filo a tanti ambienti imprenditoriali di Terra di Lavoro. Su questa storia resterà comunque impressa la distrazione della procura di Santa Maria Capua Vetere, antecedente all’arrivo del procuratore Pierpaolo Bruni, nello scoprire il fulcro di questa inchiesta, ossia il funzionario, operante alla Provincia di Caserta, che avrebbe preso le mazzette. Un dirigente chiaramente verificato, per logica ed esclusione dei dipendenti, da CasertaCE lo stesso giorno in cui emerse l’ordinanza firmata da un gip benventano.
Va assolutamente sottolineato che la Rilgeo non ha mai subìto provvedimenti amministrativi o giudiziari e che la signora Carullo non è stata mai indagata.
Detto ciò, però, la magistratura beneventana mette nero su bianco in diverse occasioni l’importanza della Rilgeo, utilizzata da Pezzella e da Nicola Laudato, altro imputato in questo processo, per fingere attraverso una fattura da 7 mila euro lo spostamento di denaro contante, utile, secondo l’accusa, a pagare la mazzetta all’ignoto (sic!) dirigente della provincia (CLICCA E LEGGI IL FOCUS).
Nulla di illegale in quel dell’ASI Caserta, giusto per tranquillizzare la presidenta Pignetti, non certo restia nel presentare querele a questo giornale, attivando incarichi remunerati con i fondi dell’ente pubblico che dirige da 10 anni.
Resta però interessante vedere la capacità di tipo tentacolare, un’influenza sancita in atti giudiziari firmati da un giudice, come quelli che riguardano il caso di Benevento, ma anche di Calvi e della corruzione alla provincia di Caserta, che Raffaele Pezzella ha avuto (non sappiamo se ha ancora) rispetto a tantissime aziende che le procure gli intestano quale proprietario di fatto, ma anche una certa capacità umana dell’imprenditore di sviluppare rapporti confidenziali, amicali i quali, se non si tratta di vera e propria riconducibilità nella gestione, rendono titolari e ditte incline a compiere favori per lui.