LA MORTE DELLA PICCOLA AURORA, il racconto dei carabinieri intervenuti sul luogo della tragedia

9 Aprile 2025 - 08:49

Nel corso dell’udienza è stato conferito l’incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni sia in carcere che la messaggistica tra i due imputati, circa 5000 messaggi da cui i militari hanno ricostruito il quadro probatorio

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SANTA MARIA A VICO – Nuova udienza del processo nato a carico di Emanuele Savino ed Anna Gammella genitori della piccola Aurora morta in culla nel settembre del 2023 a soli 45 giorni di vita.

Dinanzi alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Marcella Suma con a latere Honore Dessi, sono stati sentiti i carabinieri che intervennero il giorno del ritrovamento del corpo della piccola Aurora. “Alle 9 del 2 settembre 2023 arrivò la chiamata della centrale operativa che ci comunicava la morte sospetta di una bambina di 45 giorni. La morte sospetta era stata accertata dal 118

– ha riferito il comandante della stazione carabinieri di Santa Maria a Vico, Luisiano D’Ambrosio -. Appresa la notizia andammo lì e trovammo l’impresario delle pompe funebri Pasquale Russo, Gennaro Savino padre di Emanuele, i genitori di Aurora, il personale del 118 e poco dopo arrivò la mamma di Anna Gammella e il compagno col quale discussi perché la nostra presenza non era gradita”.

Il carabiniere ha poi riferito su quanto visto sul corpo della bambina: “Era nella culla posta accanto al letto con gli occhi semiaperti e sembrava che dormisse. Sul viso aveva un livido sull’occhio, delle escoriazioni sul naso e la bocca. Sul pancino aveva segni di ustioni così come sui piedi, ferite sulla schiena e una profonda lacerazione sull’ano” Inoltre il militare ha riferito di aver atteso l’arrivo del medico legale atteso l’arrivo del medico legale per evitare alterazioni della scena del crimine

All’arrivo dei carabinieri già era presente l’impresario funebre questo perchè, secondo la tesi della Procura era necessario seppellire la piccola senza allertare le autorità o il 118. Circostanza poi non verificatasi perché l’impresario giunto sul posto consigliò all’amico Gennaro Savino, padre di Emanuele, di chiamare un medico per attestare la morte della piccola. L’impresario e Gennaro Savino si recarono dalla pediatra per attestare la morte ma la sanitaria si rifiutò, consigliando ai due di allertare il 118 e i carabinieri.

Si torna in aula alla fine del mese di aprile per ascoltare ulteriori testi della Procura