I NOMI. ECCO CHI SONO I TRE ARRESTATI. Maxi truffa per le graduatorie ATA delle scuole. Migliaia di casertani (e non solo) in fila: paghi 1.000 euro e ricevi il diploma falso

16 Aprile 2025 - 13:51

CASERTA – Un’indagine nata in Terra di Lavoro, grazie al lavoro dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta, guidati dal Tenente Colonnello Carlo Cardillo, e coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento ha portato, nella mattinata di oggi, all’esecuzione di tre arresti domiciliari per un caso clamoroso di falsificazione di diplomi professionali destinati all’inserimento nelle graduatorie del personale ATA.

Come detto, a mettere in atto l’operazione è stato il Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Caserta, dopo il trasferimento del fascicolo dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. I tre soggetti raggiunti dalla misura cautelare sono ritenuti gravemente

indiziati di aver promosso un’associazione a delinquere specializzata nella produzione e vendita di diplomi falsi, nonché nella manipolazione di verbali e registri d’esame.

In manette è finito un ex bidello di Durazzano, che avrebbe avuto in mano la gestione di questa scuola al centro dello scandalo, fa di cognome Salvatore Ammaturo ed era colui che conosceva bene le dinamiche scolastiche.

Poi, ci sono due soggetti, dalla provincia di Napoli, zona nolana c’è un certo Salvatore D’Avanzo. Il casertano in manette invece è Francesco Visone, uomo residente a San Felice a Cancello. Sarebbero stati loro, secondo l’indagine, a compiere il ruolo di procacciatore, ovvero trovare i clienti, quasi 1.500, a cui spillare 1.000 euro per questi diplomi falsi.

Altri sette soggetti risultano coinvolti nella rete, anche se per loro non sono state ravvisate misure cautelari. Le accuse sono scattate dopo gli interrogatori preventivi previsti dalla cosiddetta Legge Nordio, tenuti davanti al GIP.

Una “fabbrica” di diplomi falsi

Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo si sarebbe servito di una scuola paritaria di Durazzano, che – stando alle carte – sarebbe stata trasformata in una vera e propria fabbrica di diplomi contraffatti. In cambio di circa 1000 euro a candidato, i falsi titoli venivano prodotti e, in alcuni casi, anche inseriti direttamente nelle domande ATA da parte del gruppo stesso.

Le conversazioni intercettate, i contenuti digitali recuperati da telefoni e computer, e i documenti falsi sequestrati hanno rivelato un sistema ben rodato. Molti dei diplomi risultavano datati all’anno scolastico 2012/2013, ma erano stati in realtà creati almeno tre anni dopo. Un dettaglio non da poco, considerando che la scuola in questione aveva ottenuto il riconoscimento come istituto paritario solo nel 2016, rendendo illegittime le commissioni d’esame precedenti a quella data.

Numeri impressionanti e denaro contante

Dalle carte emerge un dato impressionante: oltre 1700 candidati avrebbero ottenuto diplomi falsi, secondo quanto riportato nei registri sequestrati. Un numero che conferma la dimensione dell’organizzazione e la serialità delle condotte illecite.

Durante le perquisizioni, i tre principali indagati – che non fanno parte dell’organico scolastico – sono stati trovati in possesso di documenti falsi, registri scolastici, dati dei candidati e ingenti somme di denaro in contanti.

Rischio di reiterazione del reato

Valutata la gravità dei fatti e il rischio concreto di reiterazione del reato, il GIP di Benevento ha disposto i domiciliari per i tre soggetti considerati promotori del sodalizio.

È bene ricordare che si tratta di misure cautelari emesse in fase di indagine preliminare e che, come previsto dalla legge, gli indagati sono da considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.