Beccato con cartine e “fumo” in strada. Niente denuncia, ma giovane casertano fatto fuori dal concorso della Guardia di Finanza

11 Maggio 2025 - 19:39

CASERTA (l.v.r.) – Aveva partecipato al concorso per entrare, tramite concorso, nel corso da Allievi marescialli della Guardia di Finanza, ma è stato escluso per cosiddetti motivi morali. A nulla è servito il ricorso: il Tribunale Amministrativo Regionale, il TAR del Lazio, ha dato ragione al Comando Generale della Finanza, confermando l’esclusione del giovane candidato casertano.

Tutto si lega ad un episodio risalente al 24 ottobre 2024, quando il ragazzo fu fermato dai carabinieri di Vitulazio e trovato in possesso di 5,6 grammi di hashish. urante un normale controllo da parte dei carabinieri, il candidato si trovava nella sua auto quando è stato fermato. I militari avevano notato un pacchetto di cartine

definite “medio lunghe” per sigarette, ma spesso usate anche per rollare canne, tra le sue gambe e, insospettiti, gli hanno chiesto se avesse con sé della droga. A quel punto, il ragazzo aveva consegnato spontaneamente un contenitore in silicone con dentro un involucro di cellophane contenente 5,6 grammi di hashish.

Non ci fu alcuna denuncia penale, ma il Prefetto di Caserta lo invitò formalmente a non fare più uso di droghe. Tanto è bastato per farlo fuori dal concorso.

Il giovane ha provato a far valere le sue ragioni, facendo notare che si trattava solo di una sanzione amministrativa, non di un reato, arrivando anche a sollevare una questione di legittimità costituzionale.

Nel suo ricorso contro la decisione del Comando generale della Guardia di finanza, il legale del giovane ha segnalato come incostituzionale la legge che prevede l’esclusione automatica per chi fa uso di sostanze.

Ma il TAR è stato chiaro: anche un uso occasionale di droga è incompatibile con i valori della Guardia di Finanza, anche se non costituisce un reato. In altre parole, chi aspira a entrare in un corpo militare come la GdF deve avere comportamenti irreprensibili, non solo legalmente, ma anche sul piano morale. La sentenza non lascia spazio a interpretazioni o eccezioni.

Alla fine di questa vicenda, però, è impossibile un caso già raccontato da questo giornale lo scorso giugno (CLICCA E LEGGI). In quest’occasione, però, la vicenda è diversa, banalmente, per la quantità di hashish rinvenuta o il fatto che, in quella vicenda, il ragazzo aveva già superato il concorso.

Qui il nome del protagonista manca dall’elenco, proprio a seguito dell’esclusione impugnata, senza successo, al TAR. La sostanza, però, resta la stessa. La linea rigida, per qualcuno giusta, per altri, chi vi scrive, ad esempio, repressiva nei confronti delle cosiddette droghe leggere può produrre effetti sproporzionati, soprattutto quando colpisce giovani che, pur avendo tenuto un comportamento discutibile e da non emulare, perché 5.6 grammi di hashish è una quantità al limite con il concetto di uso personale, si trovano poi esclusi da opportunità fondamentali per il proprio futuro.

Una visione più liberale, progressista in materia di sostanze stupefacenti leggere, libererebbe anche da molto lavoro i tribunali, intasati da procedimenti a queste dedicate, così come le forze dell’ordine, che hanno l’obbligo di far rispettare delle norme probabilmente troppo dure.

Chiaramente, non è un invito al legislatore di rendere le strade una specie di antica erboristeria, ma di trattare il fenomeno in maniera meno dogmatica e più contemporanea ai tempi e coerente al resto dei paesi occidentali.