PROVINCIA. Il neo presidente Colombiano auspica un confronto. CasertaCe: “Perchè no? Ma cominciamo da 4 anni di leggi violate sulla trasparenza degli appalti”

1 Luglio 2025 - 12:48

Mentre noi andiamo a vergognarci e a pentire un attimo dal parroco di San Marcellino, don Antonio Diana, come lui ci ha invitato a fare, noi, nell’interesse dei cittadini, accettiamo ufficialmente la sua proposta. Nell’articolo le norme che testualmente definiscono la materia e che, secondo noi, sono state messe letteralmente sotto ai piedi. Potrebbe essere utile il rapporto tra il nuovo presidente e il dirigente Solino, il quale sta gestendo gare sui rifiuti e che è stato, sorprendentemente, uno dei più scatenati, come si vede dalla foto, partecipanti alla festa post elezioni

CASERTA (g.g.) – Chi lo sa perché Anacleto Colombiano durante i festeggiamenti successivi alla sua agevole vittoria alle elezioni provinciali svolte venerdì scorso ha ripetuto per una sessantina di volte la frase noi siamo persone per bene, con una variabile nella declinazione persone oneste.

Sembrava un disco rotto. Come se avesse bisogno di sottolinearlo. Ora, è vero che CasertaCe, additata da lui, pur senza nominarla, come un pessimo giornale (tutti i punti di vista vanno rispettati, per carità), ha scritto diversi articoli in cui ha espresso fatti che non hanno messo in discussione l’onestà personale di Colombiano, ma tuttavia hanno sottolineato più di un dubbio sul mondo che circonda il sindaco di San Marcellino e neo presidente della Provincia.

Abbiamo scritto sul genero Della Corte, su Gennaro Pitocchi, su Michele De Luise. Nomi che dicono molto a chi è abituato a leggere questo giornale. Poco o niente, invece, a chi non è abituato e che nel caso fosse interessato, può accedere tranquillamente a Google, cercandoli in associazione alla nostra testata CasertaCe.

Noi non siamo interessati alla bagarre, a rispondere agli insulti, perché noi non abbiamo mai avuto niente di personale nei confronti di Colombiano o del suo socio (politico) Giovanni

Zannini. Quando abbiamo dei fatti documentati ne scriviamo. E questo vale per Zannini e Colombiano, così come per qualsiasi persona che copre incarichi pubblici e che ha potestà su atti amministrativi che implicano una spesa prelevata dalle tasse versate dai cittadini.

Auguriamo a Colombiano di essere più lungimirante nelle scelte di quanto lo sia stato da presidente dell’Ente Idrico provinciale che ha fatto partire la sciaguratissima procedura, attraverso la quale l’ex Consorzio idrico, oggi ITL spa, un carrozzone pieno di debiti e addirittura costretto a intraprendere la procedura fallimentare attraverso la richiesta del concordato preventivo, ha ricevuto in nome e per conto di Zannini l’incarico di gestire operativamente tutta la filiera idrica della provincia di Caserta.

Una decisione che ha portato, come prima conseguenza, la perdita di tantissimi finanziamenti PNRR, dunque un danno quasi incalcolabile per i 104 comuni che, del resto, non hanno fatto una grinza, visto e considerato l’esito del voto di venerdì.

Chiarito dunque che noi riteniamo una perdita di tempo il botta-e-risposta fatto di slogan, abbiamo colto una battuta che Colombiano ha erogato tra un “si devono vergognare” – che saremmo sempre noi – e l’altro. La battuta è la seguente: “io sono pronto al confronto“. Anche noi, presidente Colombiano, lo siamo. Serio e costruttivo. Un confronto che metta da parte simpatie ed antipatie, in quanto riguarderebbe gli interessi dei cittadini.

E qual è uno degli interessi dei cittadini per capire se sono o meno ben governati? La trasparenza degli atti amministrativi. Ogni cittadino deve capire come la politica che diventa istituzione utilizza il pubblico denaro. Questa non è un’affermazione di principio, dato che esistono delle leggi, delle norme che definiscono i modi attraverso cui questi atti possono essere consultati da chiunque.

Quindi, quale primo elemento di costruttivo confronto tra CasertaCe e il neo presidente della provincia, legittimo vincitore delle elezioni di venerdì, non si può prescindere dal tema della trasparenza dei procedimenti attraverso cui l’amministrazione provinciale utilizza il pubblico danaro.

A Colombiano, che probabilmente non si è occupato negli ultimi quattro anni di questa tematica, diciamo che noi abbiamo scritto sul tema almeno 4-500 articoli e quindi riteniamo, sempre documenti alla mano, che la trasparenza degli atti amministrativi non esiste, è calpestata continuamente alla Provincia di Caserta. Poi, i motivi per cui la magistratura non si occupa di una sistematica e sistemica violazione della legge, sono affari della magistratura.

Abbiamo già asserito troppo in questo articolo. E allora passiamo ai fatti. Nella repubblica italiana sono leggi dello Stato di diritto le norme contenute nel decreto legislativo 33 del marzo 2013. Lei questa legge, presidente Colombiano, se la deve mettere sul comodino, assieme alla Bibbia o qualsiasi altro libro che vuole leggere, perché è l’essenza di tutto.

Il nostro sistema normativo, tranne qualche eccezione, è ben strutturato. Il problema è che in Italia – non ne parliamo proprio in provincia di Caserta, non ne parliamo proprio al cubo dell’amministrazione di cui è neo presidente – le leggi sono violate. Da Colombiano ci aspettiamo un’azione di legalità, parola usata in maniera assolutamente impropria da tanti soggetti che esercitano la loro funzione, ignorando e dunque violando le norme in questione.

L’articolo 37 del 2013 parla chiaramente di pubblicazione da parte delle stazioni appaltanti e degli enti degli atti relativi alle procedure di gara. Tutto ciò il legislatore lo ha inserito nel codice degli Appalti 2023, tra gli articoli 28 e 36. E come se non bastasse è intervenuta, specificando che “Sussiste l’obbligo di pubblicare i verbali delle commissioni di gara sul sito istituzionale dell’Amministrazione. La pubblicazione, come previsto nell’allegato 9 al PNA 2022, non è tempestiva, ma solo successiva alla pubblicazione degli avvisi relativi agli esiti delle procedure“.

Quindi, a gara finita vanno pubblicati tutti i verbali di gara, cosa che, ad esempio, non è avvenuta per la gara da 20 MILIONI di euro per la discarica di Marruzzella, che vede già girare milioni e incarichi, senza che si possa avere uno straccio di documento o senza sapere chi sia la ditta esecutrice dei lavori (CLICCA E LEGGI).

E veniamo ai consorzi. Alla provincia di Caserta, ma anche in tanti comuni ed enti di Terra di Lavoro, sembra che, nel momento delle aggiudicazioni, possa bastare ed avanzare la descrizione della ditta aggiudicataria. Ma nel momento in cui si parla di consorzi, la legge è molto chiara. L’articolo 67 del codice Appalti 2023 specifica che i consorzi stabili (articoli 65 e 66) possono svolgere i lavori con le proprie risorse o tramite le aziende consorziate indicate durante la gara, senza che questo venga considerato subappalto. Tuttavia, restano comunque responsabili insieme verso la stazione appaltante. Inoltre, i consorzi devono indicare al momento dell’offerta per quali consorziate partecipano. Se una consorziata è a sua volta un consorzio, deve indicare anche lei le proprie consorziate per cui concorre.

Ci permettiamo di semplificare: le consorziate esecutrici vanno pubblicate. Cosa non successa, ad esempio, nel caso dell’appaltone su Marruzzella.

Potremmo proseguire, ma ci fermiamo qua. Perché se Colombiano riuscirà già a risolvere le due questioni citate, di cui la Provincia si è fatta beffe negli ultimi quattro anni, sarebbe un buon elemento per migliorare la qualità del confronto con questo giornale. Magari ne può già parlare con il dirigente Gianni Solino, protagonista dell’appalto da 20 milioni, visto e considerato che il funzionario è un suo scatenato supporter, che ha messo a repentaglio anche quella che dovrebbe essere la terzietà rispetto alla politica nell’ente in cui il dirigente opera, per esultare con gioia e pacche sulle spalle nella sera dei festeggiamenti.