Uccise i fratelli Marrandino, condannato all’ergastolo con isolamento

2 Luglio 2025 - 16:37

Arrivata la sentenza per l’operaio responsabile della sparatoria avvenuta nei pressi dello svincolo Nola-Villa Literno

SUCCIVO (g.v.) La Corte assise Napoli ha emesso la sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di Antonio Mangiacapre, imputato del duplice omicidio dei fratelli Marrandino di Cesa, uccisi il 15 giugno scorso, a Succivo. L’operaio di 54 anni, concittadino delle vittime e reo confesso, inizialmente aveva negato ogni responsabilità, tentando di costruirsi un alibi con un passaggio alla clinica “Pineta Grande” di Castel Volturno e una visita a Grazzanise, nell’azienda agricola di un parente.

La sentenza è stata emessa dopo le discussioni del pm Vergara e dei dei due difensori parti civili avvocati Procentese e Poziello. Il Mangiacapre è stato difeso dall’avvocato Paolo Caterino che nel corso della discussione ha sostenuto l’importanza della confessione e della massima collaborazione dell’imputato stesso dopo i fatti. Il pm Vergara ha successivamente fatto una breve replica sulla circostanza fatta notare dalla difesa, ovvero che il Mangiacapre aveva subito manifestato la volontà di far trovare l’arma, ma tale richiesta non fu subito esaudita e non per colpa dell’imputato.


La Procura di Napoli Nord ha richiesto e ottenuto che il procedimento si svolgesse a Napoli, vista l’indisponibilità delle aule nel tribunale che ha sede ad Aversa.


Una lite nata per motivi di viabilità, in via Astragata, nei pressi dello svincolo di Succivo della statale Nola-Villa Literno. Questo il motivo alla base del duplice omicidio di Marco e Claudio Marrandino, rispettivamente avvocato di 39 anni e imprenditore di 29. Un gesto di pura follia sarebbe stato, come emerso dalle indagini, quello di Mangiacapre, senza alcun legame con dispute personali o questioni familiari.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due fratelli si trovavano a bordo di un Suv Bmw bianco. Mangiacapre avrebbe aperto il fuoco durante un alterco stradale: prima contro Claudio Marrandino, alla guida dell’auto, e poi contro il fratello Marco, che aveva tenta la fuga. La scena si sarebbe svolta sotto gli occhi di una pattuglia dei carabinieri di zona, contribuendo a ricostruire la scena del duplice delitto.