IL RETROSCENA ESCLUSIVO. De Luca e la Schlein si erano messi già d’accordo nel luglio ’24 in due incontri segreti all’Hotel Excelsior di Napoli sulla poltrona Pd di Piero “bell ‘e papà”
25 Agosto 2025 - 14:06

Beh, la sinistra dell’equità, delle pari opportunità in uguaglianza per l’accesso alle professioni e alle cariche politiche, costruisce la sua coalizione su due “figli di”, che ottengono solo in quanto tali: Piero De Luca sarà segretario regionale del Pd e Pellegrino Mastella candidato alla Regione in quel di Benevento
CASERTA (g.g.) – Ripensando ai tantissimi articoli, ai dibattiti e alle tante parole utilizzate per ragionare su quella che poteva essere la decisione assunta dalla Corte Costituzionale in merito al terzo mandato un po’ ridi e un po’ allarghi le braccia desolato perché la Campania continua a essere un posto in cui la Campania non fa il suo dovere. Non scava, non cerca, non incrocia le fonti e si accontenta di quello che passa il convento, che nella stragrande maggioranza dei casi abita nelle stanze del potere costituito. Noi, che operiamo a Caserta e ci occupiamo pressoché esclusivamente del territorio della provincia, non abbiamo la possibilità i nostri metodi tipici, che poi non sono altro che i metodi di un giornalismo efficiente, quello che dovrebbe fare ogni giorno il suo dovere di contraltare rispetto alla politica politicante, non abbiamo potuto conoscere certe cose e ci siamo accontentati di dare per certo che De Luca facesse sul serio quando affermava che, in caso di decisione favorevole al terzo mandato da parte dei giudici della consulta, lui si sarebbe certamente candidato.
È bastato mettere per qualche settimana il naso nei luoghi della politica napoletana dove abitano gli uffici della Regione Campania per scoprire, neanche con grande difficoltà, che quel dibattito è stato del tutto inutile, perché i falsi protagonisti dello stesso non raccontavano la verità di un accordo già preso l’estate scorsa, 2024. Il posto scelto da De Luca e Schlein per incontrarsi non è stato certo quello di una proletaria “pensione Miramare”. Sono andati all’Excelsior, ossia nell’albergo simbolo del benessere, nell’albergo più importante e forse più caro di Napoli.
Delle implicazioni socio-politiche conseguenza di quegli incontri abbiamo scritto nella nota che accompagna, in un altro articolo (QUI), la notizia che vi diamo in questo. Dunque ci limitiamo a dire che in questi due incontri blindatissimi, al punto che De Luca ha messo il suo autista-collaboratore-spallazzo davanti alla porta della stanza dell’Excelsior affinché neppure per sbaglio potesse passare nei pressi qualcuno che scorgesse lui e la Schlein all’uscita o che tentasse di aprire quella porta ornata di stucchi barocchi.
Barocchi come i discorsi che i due hanno fatto. La Schlein non ha potuto evitare di dire a De Luca che la Campania era stata già promessa a Cinque Stelle in nome della comune causa finalizzata alla sfida a Giorgia Meloni e al centrodestra delle elezioni politiche del 2027.
La Campania non poteva costituire un’eccezione di fronte a questa causa maggiore. De Luca lo ha capito già da allora e il fatto che ci sia stato un secondo incontro dopo il primo significa che l’opzione, francamente orribile, del regalo – perché di questo si tratta – della poltrona di segretario regionale del Pd a Piero “bello di papà” De Luca, era stata già digerita dalla Schlein come ristoro affinché il governatore non mettesse in campo se stesso in caso di una sentenza a favore del terzo mandato, che francamente appariva già al tempo assolutamente improbabile, o qualche suo pretoriano, ad esempio Fulvio Bonavitacola, nel caso in cui il terzo mandato – come poi è successo – fosse stato bocciato.
Insomma, per il modo con cui si sono svolti questi due incontri, di cui oggi solo Casertace scrive come retroscena esclusivo è evidente che la partita sia stata chiusa già da allora con il sì di De Luca con la candidatura a presidente della Regione di un pentastellato e il sì della Schlein al congresso barzelletta che dovrebbe svolgersi alla fine di settembre con l’incoronazione di Piero “bello di papà” De Luca.
Checco Zalone in una gag, sfottendo Francesco Facchinetti e Daniele Battaglia, figli di due componenti dei Pooh, affermò che si trattava di “figli di pù”, giocando sull’assonanza.
In queste elezioni regionali, proprio il centrosinistra che dovrebbe essere sulla carta il difensore istituzionale dell’equità, delle pari opportunità nell’accesso alle professioni, alle cariche politiche, si avvia a schiaffeggiare letteralmente questi principi, facendo apparire incredibilmente la destra una roba più seria, che è tutto dire.
Piero De Luca segretario regionale del Pd in Campania, Pellegrino Mastella candidato della lista di papà in provincia di Benevento a sostegno dell’aspirante governatore di Cinque Stelle Roberto Fico.
Embé, quando Grillo ha piantato baracca e burattini ammettendo in pratica di aver sbagliato quando aveva scelto Conte per rappresentare l’Italia; quando ha commentato con il sarcasmo di una verve comica non ancora dispersa la deriva lottizzatoria della sua creatore, non aveva certo torto.