3 MORTI NELL’ESPLOSIONE. I vapori pericolosissimi del silos di oli esausti. Ecco le prime ipotesi sulla tragedia: tra scintille involontarie e pressione
20 Settembre 2025 - 11:29

Si preannuncia un’inchiesta molto complessa, in considerazione degli aspetti tecnici e tecnologici dentro ai quali proveremo, con umiltà e servendoci della conoscenza di nostri competentissimi consulenti, di capirci anche noi qualcosa. Fondamentale la testimonianza degli operai superstiti
MARCIANISE – Al momento, oltre a banali e retoriche dichiarazioni di circostanza del politico, dell’amministratore di turno, in cui si parla di sicurezza e priorità in maniera abbastanza fumosa, poche cose sono emerse sulle quali si può ragionare con calma, analizzando cosa sia successo ieri pomeriggio a sulla strada Provinciale Tavernelle, a Marcianise, dove si trova la sede della società Ecopartenope.
Lo stabilimento rifiuti è stato teatro dell’esplosione di un silos di olii esausti, già danneggiato o comunque con problemi nel suo funzionamento. Le vittime sono: Pasquale De Vita, 51 anni, titolare dell’azienda; Ciro Minopoli, 64 anni; Antonio Donadeo, 50 anni, e non a caso la tragedia è avvenuta durante lavori di manutenzione.
Esplosione, ma non incendio, come nei primi minuti era emerso. E qui sono in piedi diverse ipotesi sulla causa della deflagrazione. In un primo momento, si è parlato di una scintilla connessa ad una saldatura che avrebbe provocato l’esplosione, ma pare altamente improbabile come possibilità.
Questo perché sembra davvero assurdo che i tre deceduti, tra cui anche un responsabile della sicurezza, potessero aver deciso di usare una saldatrice che, come si sa, nel suo funzionamento provoca delle scintille, per riparare un silos con all’interno olii esausti, Infatti, i vapori provocati dagli olii sono pericolosi e basta anche un contatto elettromagnetico, un aumento minimo di energia, la proverbiale scintilla, per provocare conseguenze tragiche.
E allora resta in piedi la possibilità di un problema relativa alla pressione
Terza ipotesi, infine, quella di un campo elettromagnetico involontario. Facciamo un esempio: un pigiama in pile, un maglione in acrilico, sfregandolo con un altro tessuto o sulla pelle, a volte provoca delle scintille che, addirittura, sono evidenti al buio. Quindi, potrebbe essere stata questa la casualità, la drammatica concatenazione di eventi: uno sfregamento di un tessuto dinanzi al silos e soprattutto in connessione a quei vapori così pericolosi.
Sarà un’inchiesta lunga quella nella quale dovrà districarsi la procura di Santa Maria Capua Vetere, competente per territorio. Importantissime, quindi, oltre che le relazioni dei vigili del fuoco, saranno le dichiarazioni, le testimonianze dei due operai che dalla drammatica esplosione sono usciti vivi.