MARCIANISE. Ergastolo e 41 bis per i fratelli Belforte, la Cassazione: “Ricorsi inammissibili”
22 Settembre 2025 - 10:47

Le due pronunce confermano la linea dura della giustizia nei confronti dei vertici storici del clan camorristico casertano
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MARCIANISE – La Corte di Cassazione ha respinto due distinti ricorsi presentati dai capi storici del clan Belforte, confermando da un lato l’ergastolo per Salvatore Belforte e, dall’altro, la proroga del regime di carcere duro, 41 bis, per Domenico Belforte. Entrambe le decisioni sono state dichiarate inammissibili.
Nel primo caso, Salvatore Belforte – condannato all’ergastolo nel 2012 con rito abbreviato per due omicidi e un tentato omicidio commessi nel 1998 – aveva chiesto la sostituzione della pena con 30 anni di reclusione, richiamando la normativa introdotta dalla legge ‘Carotti’ del 1999 e alcune interpretazioni della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte Costituzionale. Tuttavia, la Suprema Corte, con relatore il consigliere Barbara Calaselice, ha ritenuto la richiesta “manifestamente infondata”, respingendo il ricorso come inammissibile e condannando il ricorrente al pagamento di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.
Nel secondo caso, Domenico Belforte, 68 anni, ha presentato personalmente un ricorso contro la proroga del 41bis disposta dal Tribunale di sorveglianza di Roma. Ma l’atto è stato rigettato per un vizio formale: mancava la firma di un avvocato cassazionista, requisito obbligatorio introdotto dalla legge del 2017. La Cassazione, presieduta da Elisabetta Morosini e con relatore Paola Borrelli, ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando Belforte al pagamento di 4.000 euro alla Cassa delle ammende.