LA PROVINCIA di Colombiano più che un buco rischia una voragine. Sconfitta alla Corte dei Conti sui 400mila euro che il comune di Cesa non darà, ora reazione a catena sulla tassa della monnezza
14 Ottobre 2025 - 08:47

Abbiamo cercato di sintetizzare una questione molto tecnica. In poche parole, qui a Caserta, hanno assolutamente mal compreso quella folle legge in vigore tra il 2010 e il 2012 definita provincializzazione dei rifiuti. I comuni, infatti, avevano solo l’obbligo diversamente da quanto ritenevano i “provinciali” di emettere i ruoli Tari/Tai e non di compensare con soldi propri le differenze tra l’importo di questi ruoli e l’incasso relativo alla quota parte che finiva sul conto corrente dell’ente provincia
CASERTA (g.g.) – Si tratta di un argomento che non si può esaurire in un solo articolo.
Non vogliamo diffondere allarmismo sul futuro dell’amministrazione provinciale di Caserta perché in casi del genere i tempi, sempre piuttosto lunghi della giustizia, consentono a chi guida un’ente locale costituzionale quale è appunto l’amministrazione provinciale di trovare qualche rattoppo, anche perché chi sta alla Provincia non lo fa certo per realizzare programmi di investimento seri e veramente rivolti al bene delle comunità casertane, ma sta lì per coltivare le proprie clientele e soprattutto per far girare il soldo delle gare d’appalto tra le ditte amiche. Dedicando poi un appendice al discorso dell’assunzione dei concorsi, anche su questo terreno Giovanni Zannini e Giorgio Magliocca si sono già pappati tutto.
La vicenda è quella di una sentenza di appello, e quindi in pratica definitiva, della Corte dei Conti, la quale ha stabilito che è del tutto illegittima la pretesa dell’amministrazione provinciale di ricevere 400mila euro dal comune di Cesa. Vittoria su tutta la linea, con pieno accoglimento delle tesi formulate dall’avvocato Giuseppe Somma in nome e per conto del comune amministrato oggi da Enzo Guida.
Una pretesa che ha radici abbastanza remote e che si connette ad una folle legge, ci pare regionale, che realizzò la cosiddetta provincializzazione del ciclo dei rifiuti dando in pratica alle amministrazioni provinciali competenza assoluta nella gestione dell’intera filiera. Ciò non vuol dire che i comuni persero la competenza a realizzare gare d’appalto per la propria specifica attività, ma significa che la provincia aveva in mano tutto il pallino economico.
Quella legge, assolutamente farneticante, che prevedeva addirittura lo scioglimento dei comuni in caso di inadempienza nei confronti di potestà delle provincie fu messa in soffitta, ma nei tre anni in cui rimase in vigore provocò autentici disastri. La provincia di Caserta, ad esempio, è sempre stata convinta che i comuni fossero responsabili del mancato gettito parziale in termini di Tari/Tia, la tassa di rifiuti del tempo. In realtà i comuni come dimostra la sentenza di primo grado avevano solamente l’obbligo di emettere i ruoli, ma non certo quello di recuperare ciò che i cittadini non versavano.
Provincia e comuni incassavano il gettito in quota parte, tanto è vero che era prevista l’attivazione di due conti correnti: uno del comune e uno intestato alla provincia. Abbiamo l’impressione che l’amministrazione provinciale abbia puntato troppo sul recupero di somme che a questo punto non recupererà. Tanti sono infatti i contenziosi, speculari a quello aperto con il comune di Cesa, innescati con altri enti municipali di terra di lavoro.
A questo punto quello di Cesa farà giurisprudenza e dunque nessun comune dovrà versare un solo euro alla provincia per quella che era la differenza tra l’importo dei ruoli e l’importo incassato in quota parte sul conto corrente dell’ente di viale Lamberti.
Rimandandovi ad una trattazione più approfondita dei prossimi i giorni, poniamo una sola domanda: nei bilanci della provincia, tutti questi soldi oggetto di apertura di contenzioso giuridico con i comuni, sono stati per caso inseriti tra i residui attivi di bilancio? Perché se fosse così, si aprirebbe più che un buco, una voragine nei conti dell’amministrazione provinciale di Caserta.