Operai sfruttati e subappalti illegali: la maxi inchiesta della Finanza punta su CASERTA
15 Ottobre 2025 - 08:35

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CASERTA – Un’articolata operazione della Guardia di Finanza, denominata “Stella Verde”, ha colpito un presunto sistema di sfruttamento di manodopera straniera e di appalti illegali nel comparto delle costruzioni. L’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Biella, ha visto all’opera il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Biella con il supporto di unità di altre province, tra cui quella di Caserta, dove è stato compiuto un blitz.
Le indagini, che hanno condotto all’esecuzione di decreti di perquisizione in diciannove siti tra abitazioni, uffici e cantieri, hanno coinvolto circa 60 finanzieri. I luoghi ispezionati sono dislocati in Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campania, ovvero le province di Napoli e Caserta, Basilicata e Calabria. Le perquisizioni, autorizzate dall’autorità giudiziaria biellese, sono state finalizzate al reperimento e al sequestro di ulteriore documentazione contabile e informatica a corredo delle accuse.
All’origine dell’inchiesta la denuncia di un operaio maghrebino, rimasto gravemente ferito in un cantiere a Mongrando nel dicembre 2024. L’uomo, che ha riportato la quasi amputazione di un dito durante l’uso di un martello pneumatico, ha deciso di raccontare alle Fiamme Gialle le condizioni di lavoro inique sue e di alcuni connazionali, impiegati nella manutenzione della diga dell’Ingagna.
Le successive investigazioni, oltre a ricostruire nei dettagli l’incidente, hanno fatto emergere, sulla scorta degli elementi acquisiti, un quadro di presunti illeciti. Si ipotizza il reato di intermediazione illecita (caporalato): diversi cittadini stranieri, seppur in regola con il permesso di soggiorno, sarebbero stati costretti ad accettare turni di lavoro eccessivi, senza il rispetto dei riposi previsti dai contratti e senza giorni di ferie. Le condizioni igieniche sarebbero state precarie e le mansioni, spesso pericolose, svolte senza le necessarie protezioni individuali. Le retribuzioni, secondo gli accertamenti, erano arbitrarie, e a chi tentava di protestare venivano rivolte minacce e violenze.
Parallelamente, le indagini hanno accertato un sistema di subappalti non autorizzati per alcune lavorazioni, effettuati in assenza delle prescritte comunicazioni e autorizzazioni di legge. Cinque persone sono attualmente indagate, a vario titolo, per i reati di sfruttamento del lavoro, lesioni colpose aggravate e appalti illeciti.