Chiamò “cinghialotta psicopatica”, “svergognata zingara” e “moglie di putta…ri” una donna su Facebook: condannato il prof. Zannone
9 Novembre 2025 - 17:00
La parte offesa era appartenente a una coalizione politica opposta
FALCIANO DEL MASSICO – Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in composizione monocratica e presieduto dal Giudice Dott.ssa Giuliana De Angelis, ha emesso la sentenza sul caso di diffamazione che vedeva imputato il professore Mario Zannone. L’uomo, residente a Falciano del Massico, è stato condannato a 4 mesi di reclusione per il reato di diffamazione aggravata a danno della signora Laura Passaretti, appartenente a una coalizione politica opposta.
Mario Zannone, il quale amministrava una pagina Facebook intitolata Falcianotua2022, è stato accusato di aver diffuso messaggi offensivi e lesivi dell’onore e della reputazione di Laura Passaretti, tramite un post pubblicato sulla sua pagina social nel marzo del 2022. In particolare, nel messaggio incriminato, Zannone utilizzava espressioni altamente denigratorie nei confronti della Passaretti, accusandola di essere una “cinghiolotta psicopatica in attività permanente. Responsabile politica e morale di chi la sta aizzando. Questa svergognata zingara parla quale supporter autorizzata di Viviamo Falciano. Zingara e moglie di puttanieri”. Le frasi contenute nel post sono state ritenute calunniose, in quanto lesive della dignità personale della signora Passaretti e destinate a danneggiare la sua reputazione pubblica.
L’atto diffamatorio è stato compiuto attraverso un mezzo di pubblicità, ossia la piattaforma social Facebook, il che ha aggravato ulteriormente la condotta.
Dopo aver esaminato il caso e le prove presentate durante il processo, il Tribunale ha ritenuto Mario Zannone colpevole del reato a lui ascritto, in base all’articolo 595 comma 3 del Codice Penale, che punisce la diffamazione commessa mediante stampa o altri mezzi di pubblicità. In virtù delle circostanze attenuanti generiche, il Giudice ha inflitto a Zannone una condanna a 4 mesi di reclusione. Inoltre, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno subito dalla parte civile, da quantificarsi in separata sede.
