S.MARIA C.V. Al Comune siamo alle comiche: i 15 lavoratori Apu per l’amministrazione hanno fatto le pulizie. Falso clamoroso e…
24 Settembre 2018 - 07:00
SANTA MARIA CAPUA VETERE – (g.g.) Dicono a Roma che chi si loda, si imbroda. A noi, sia detto sinceramente, Antonio Mirra, quando parla dei presunti successi della sua amministrazione comunale, ci fa lo stesso effetto, la stessa tenerezza che, ai tempi della nostra gioventù, poteva suscitarci per esempio la reclame di Pippo l’ippopotamo dei pannolini (GUARDA IL VIDEO).
Insomma, non riusciamo proprio a digrignare i denti, a mostrarci arcigni, come facciamo con tanti altri sindaci, nei confronti di Antonio Mirra. E quando ci dicono che è una persona antipatica, noi, dissentiamo e lo difendiamo a spada tratta. Al sottoscritto, invece, è simpatico, simpaticissimo. Perchè lui, quando dice che Santa Maria Capua Vetere ha cambiato marcia e si avvia ad un futuro radioso, non lo afferma con malizia. Non attua quella che noi definiamo la resistenza passiva della propaganda che molti suoi colleghi fanno, negando l’evidenza alla stregua dei mariti fedifraghi, ai quali viene raccomandato di negare sempre, anche di fronte alla flagranza.
Noi non scherziamo. Ci crediamo sul serio: Mirra è veramente inconsapevole rispetto a quelle che sono le esigenze di una città come Santa Maria Capua Vetere. Non ha percezione di uno standard minimo per poter dire che la sua, è un’amministrazione che funziona. Semplicemente, non lo sa. Per lui, se un timbro all’anagrafe comunale viene messo bene, con l’inchiostrazione giusta, ciò è chiara espressione della sua buona amministrazione.
Dunque, anche in questo articolo, nessuna asperità dialettica, perchè il primo cittadino non si rende conto, in buona fede, della palmare illegittimità di quella storiaccia relativa ai vincoli urbanistici scaduti. Non si rende conto, sempre in buona fede, dello stato pietoso in cui versano le strade, della condizione in cui versano gli uffici giudiziari, che non apparterranno più alla competenza del comune, ma che soffrono degli incredibili ritardi su interventi cruciali, come quello di Palazzo Cappabianca, destinato ad assorbire il carico pesante e decisivo delle sezioni Lavoro del tribunale civile.
Come non comprende ingenuamente i tratti, assolutamente inquietanti, che connotano la gestione di una dirigente, come Erminia Cecere (che dobbiamo dire, sentite quest’altra che ha combinato e poi diteci un pò se siamo noi ad essere prevenuti nei suoi confronti, o se invece è lei ad essere tecnicamente inadeguata, fermo restando le doti personali che non conosciamo, ma che non osiamo mettere in discussione).
Ci siamo occupati in più occasioni negli ultimi mesi, delle vicende riguardanti i 15 lavoratori assunti a tempo determinato nell’ambito dei progetti di formazione della Regione Campania, denominati Apu. Ora, si sa che i 15 si sono districati, anche bene, in molte attività. Alcuni di loro hanno ricoperto mansioni di tipo amministrativo, lavorando anche con capacità dietro ai personal computer. Per la precisione, gli ambiti del progetto hanno riguardato le materie: culturale, controllo e prevenzione randagismo, apertura e chiusura biblioteche, verde pubblico e archiviazione.
Questo l’hanno visto tutti. Ci sono centinaia di testimoni che lo possono asseverare. Ora, come sia potuto capitare che tutti i 15 gli Apu siano stati registrati, alla fine del progetto, come Lsu-operai addetti ai servizi di igiene e pulizia, non si comprende. O meglio, lo si comprende ragionando sullo stato di approssimazione, sulle tante incompetenze che si concentrano oggi, come mai era successo in passato, negli uffici del comune.
Ovviamente, i 15 Apu sono sul piede di guerra. Questo perchè l’attestazione falsa, sarà anche un fatto colposo e non doloso (ma il falso è l’effetto, è evidente ed incontestabile), danneggia gravemente i 15 che avendo svolto un periodo di formazione, vedono arricchito il loro curriculum, assorbito dall’ufficio del lavoro, ex collocamento, di nuove competenze relative alla ramazza e al detersivo, come risulta dalla documentazione che al citato ufficio del lavoro ha inviato, in questi giorni, la dirigente Cecere, quale dichiarazione UniLav relativa all’avvio del rapporto di lavoro.
Un atto, rispetto al quale, il comune di Santa Maria Capua Vetere è già stato largamente inadempiente, visto che questa dichiarazione sarebbe dovuta pervenire, per via telematica, entro le 24 ore del giorno precedente all’inizio del rapporto di lavoro, cioè, al massimo, entro i primi giorni di marzo.
E’ chiaro che se questo errore non sarà rimediato, le denunce fioccheranno. Ma anche questa vicenda fa parte del mondo non compreso, che proietta il sindaco Mirra in quello incantato di una “città che non c’è.”
Per lui, l’unico problema di Santa Maria sono le malelingue, anzi, per dirla come il grande e mai troppo rimpianto Ivan Graziani, “le maledette malelingue” (CLICCA QUI PER IL VIDEO). Ma anche questo ce lo rende ancor più simpatico, come lo può essere un personaggio dei fumetti trasognato e stralunato.