A CASERTA prezzi “modici” per la monnezza. Nella giostra tra Gesia, Sorgeko e Lea, 32 mila euro per nove giorni

1 Dicembre 2018 - 11:03

CASERTA (l.v.r.) – Sono tempi di nuove tensioni, nuove fibrillazioni e di nuove indagini dentro al sistemo dorato dei rifiuti casertani. D’altronde, soppiantati i protagonisti di un tempo, si è aperta la fase della successione e siccome si tratta di appalti per centinaia di milioni di euro, potete facilmente immaginare quale sia il sottobosco che si muove attorno a questa enorme torta. I nostri lettori sanno già molto perché hanno lette le prime tre delle quattro puntate (l’ultima la pubblicheremo domani, domenica pomeriggio) sul mondo al quale si era rapportato Carlo Savoia, protagonista principale, insieme al sindaco Carlo Marino, sul mega appalto da 116 milioni di euro sulla raccolta dei rifiuti del comune di Caserta. Ma anche il mondo dell’umido, la frazione più delicata del rifiuto, che ha consentito di guadagnare profitti stratosferici ai proprietari delle piattaforme, a partire da quelle della famiglia Iavazzi, morde il freno. Ieri la notizia di un sequestro da oltre mezzo milione di euro ai danni di Gesia, la società riferibile al imprenditore casapullese Luciano Luca Sorbo (LEGGI QUI). E proprio a Gesia, anzi, anche Gesia, riguarda un altro acrobatico atto amministrativo avvenuto nella cucina degli orrori rappresentata dagli uffici dei dirigenti del comune di Caserta. Forse, in questa vicenda, non sono stati consumati dei reati. Ma a nostro avviso è lo stesso emblematica perché fornisce un’idea utile per capire la disinvoltura, l’attitudine nel trovare accomodamenti e aggiustamenti ci si muove nel comune capoluogo, soprattutto quando in ballo ci sono le cifre vertiginose degli appalti e degli affidamenti

Lo possiamo ammettere con estrema onestà: a Casertace non abbiamo capito nulla per due motivi. La scelta del campo lavorativo in cui ci siamo inseriti, il giornalismo e l’approfondimento delle notizie, non è un mondo remunerativo rispetto, ad esempio, allo smaltimento dei rifiuti, e qui ritroviamo il secondo motivo per il quale in questa redazione non siamo stati abbastanza svegli. Il tempo che passiamo a cercare di connettere, di dare un senso a ciò che il mondo imprenditoriale e dirigenziale crea è sicuramente troppo lungo e troppo poco retribuito.

Qualche settimana fa, portammo alla luce una stranissima concatenazionedi avvenimenti e decisioni prese al comune di Caserta dal dirigente Marcello Iovino, un plico di determine, pubblicate dopo tre mesi e di cui abbiamo lettoe scritto di tutto e di più, che alleggerirono le casse pubbliche di 100 mila euro (LEGGI QUI). Una serie di “sfortunati eventi” che colpirono il servizio di smaltimento dei rifiuti urbani e sottolineammo lo strano rapporto tra tre delle aziende in corsa per l’affidamento (Lea, Sorgeko e Gesia).

Sulla Sorgeko, che possiede quote della Gesia e che della stessa avrebbe preso il posto nello smaltimento dal 3 luglio al 12 luglio, abbiamo ritrovato una determina di agosto 2018, pubblicata nell’albo pretorio del comune di Caserta con un ritardo vergognoso. Nell’articolo citato sopra, avevamo raccontato che la Sorgeko aveva avuto in carico il servizio dei rifiuti a Caserta per 9 giorni (dal 3 luglio, data dell’affidamento, al 12 luglio, la chiusura della sede dove la società conferiva, la Lea, altro fenomeno paranormale di quest’estate e nata dalla cessione di un ramo d’azienda da parte dell’Impresud di Iavazzi e divenuto il ricettore della monnezza acquisita da Sorgeko, concorrente, almeno all’inizio della stessa) prima di dover abbandonare il tavolo. In sostituzione entrò la Gesco e “anche” la Gesia, come scritto nella determina a firma Iovino del 24 luglio.

Questi nove giorni di lavoro sono costati oltre 30 mila euro, almeno questo si evince da quanto viene scritto nella determina di agosto, pubblicata a novembre (trasparenza, dove sei?). Nell’atto, sempre a firma del dirigente Iovino, viene segnalato che alla Sorgeko avrebbe dovuto ricevere altri 18 mila euro. A questi vanno aggiunti altri 15 mila euro, considerando che la cifra disimpegnata dal comune, dopo la chiusura dell’impianto LEA di Marcianise, dove avvenivano i conferimenti, è di 105 mila euro, non i 120 mila euro impegnati nei confronti della Sorgeko il 3 luglio.

Se la situazione non vi pare chiara, tranquilli, non siete soli. Possiamo immaginare che nei mesi estivi di luglio ed agosto, nell’ufficio del settore Ambiente del comune di Caserta, il caos regnasse sovrano, con lettere, pec e protocolli che piovevano dal cielo. Nonostante le chiusure della Lea, della Gesia dobbiamo fare i complimenti al dirigente Iovino. Se per 27 giorni (dal 3/7 al 30/7) il servizio della Sorgeko sarebbe costato 4444 euro al giorno, per i 9 giorni di lavoro dell’azienda romana, legata alla Gesia, il comune ha dovuto sborsare solo 32511 euro, un risparmio di circa 800 euro al giorno. Bene, bravi. Se solo non fossero stati sprecati altri 100 mila tra Gesia e Gesco.

CLICCA QUI PER LEGGERE LA DETERMINA DEL 21 AGOSTO