S. MARIA C.V. Antonio Mirra uno e trino, si è montato un po’ la testa. Ma lui non è né Putin, né Cincinnato, quindi…
1 Dicembre 2018 - 13:18
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Se ci trovassimo di fronte a un personaggio diverso da Antonio Mirra, un brivido freddo ci percorrerebbe la schiena. Mai, in provincia di Caserta, era successo che uno fosse contemporaneamente sindaco della quarta città per popolazione, forse la seconda per peso specifico della provincia, presidente dell’Ato delle Acque che dovrebbe gestire l’intero ciclo nei prossimi anni e da ieri pomeriggio anche presidente dell’Ato Rifiuti.
Quando la Roma repubblicana, quella più severa e morale, viveva un grave momento di pericolo per la sua stessa sopravvivenza, nominava un dictator che si facesse carico di ogni potere maneggiandolo, però, in nome e per conto di quei valori che, indiscutibili e intangibili, diventavano un argine ad ogni ipotesi di deriva autoritaria.
A riguardo, se qualcuno conosce la storia di Cincinnato saprà cos’era in quei tempi il dovere e la funzione pubblica dedicata tutta, senza sé e senza ma e al 100%, agli interessi della città.
Ora cosa centra tutto questo con Antonio Mirra? Proprio nulla, nel senso che lui non fa parte né della prima categoria, cioè quella dei padri della patria trasformatisi in dittatori pronti a rinnegare i valori per cui avevano combattuto per conservare il loro potere. Né fa parte della categoria dei Cincinnato, cioè quelli che, riscattata e rimessa al centro dei processi di sviluppo di questa terra la città di Santa Maria Capua Vetere, garantita a tutti i casertani l’acqua limpida, ampiamente potabile e soprattutto gratis, una volta ripulito il mondo dei rifiuti da camorristi, prestanome, faccendieri, politici e colletti grigi corrotti, si ritira in campagna guardando da lontano il frutto del proprio operato.
Antonio Mirra non appartiene né alla prima e né alla seconda categoria per un motivo molto semplice. Pur essendo un bravo ragazzo, non è in grado di salvare nessuno e, in prospettiva, neanche se stesso. Gli mancano due cose: la conoscenza effettiva dei fenomeni sociali, economici, culturali e sociologici di questa terra e anche quel po’ di carisma che serve per farti seguire realmente dalla gente per aprire con essa una linea di credito. La cifra del carisma di Mirra lambisce, anche se non supera, quella di un merluzzo pescato nel Mare del Nord e destinato ed essere essiccato come baccalà.
Va da se che non avendo le caratteristiche, le physique du rôle per realizzare il primo blocco di riforme, non ha nemmeno la seconda caratteristica, quella del Cincinnato. Uomo tutto di un pezzo, arcigno, severo, dedito alla cultura dei fatti e non delle chiacchiere.
Insomma, l’unico effetto che può determinare questa tripla poltrona targata Mirra è il seguente: se l’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere ha meritato fino ad ora, da 1 a 10, un voto di 3, arriverà fino all’1. I due Ato diventeranno un luogo in cui si parlerà solo e solamente di nomine, di costruzioni amministrative degli appalti e niente più. Senza know-how, senza competenze, Mirra guiderà un manipolo di sindaci e cosniglieri d’amministrazione la cui unica capacità è quella di radunarsi per spartirsi anche l’ultimo brandello di potere, l’ultimo spicciolo di prebenda.