I RACCONTI DI NICOLA SCHIAVONE. Incredibile, secondo il pentito, un noto politico era socio di Brusciano in una truffa alle assicurazioni con falsi furti

9 Marzo 2019 - 13:23

CASAL DI PRINCIPE (g.g.) – Nicola  Schiavone, parlando in aula, lo scorso 5 marzo nel corso del processo che vede imputati tra gli altri, Gabriele Brusciano detto Massimo, Gennaro Sfoco ed altri, ha fatto si che si svelasse quell’omississ che aveva impedito di comprendere l’identità del politico divenuto complice dell’appena citato Gabriele Massimo Brusciano in un’attività di falsi furti, con conseguente truffa alle assicurazioni.

Rispetto a quel verbale, frutto di un interrogatorio, avvenuto al cospetto del pubblico ministero della Dda Alessandro D’Alessio, lo scorso 21 novembre, Schiavone è stato chiamato di nuovo a confermare dentro ad un processo con rito ordinario dove la prova si forma, come è noto in dibattimento, le sue affermazioni. E in quel caso ha detto che il politico, presunto socio di attività criminali di Massimo Brusciano, risponde al nome di Sebastiano Ferraro, al tempo consigliere provinciale, nonché leader dell’Udeur di Casal di Principe dove rappresentava a pieno titolo Nicola Ferraro, titolare della EcoCampania e consigliere regionale dello stesso partito.

In poche parole, come potrete leggere dallo stralcio, da noi scelto, del citato interrogatorio del 21 novembre, Massimo Brusciano chiese a Nicola Schiavone il permesso di organizzare una serie di truffe così congegnate: venivano acquistati beni, anche di lusso o durevoli, con tanto di fattura di giustificativo che attestava l’acquisto e poi questi venivano in apparenza rubati per effetto di furti in case e in appartamenti che in realtà non si verificavano e che consistevano, sostanzialmente, racconta Nicola Schiavone, in una simulazione di reato con conseguente sparizione di tutti i beni oggetto dei falsi furti.

Schiavone dice di aver dato il permesso, pur non essendo il clan minimamente interessato ad entrare in questa attività, che il boss pentito definisce, un po’ spassosamente, “disdicevole”, anche perché dentro a questo affare ci sarebbe stato il politico appena citato, che la famiglia Schiavone considerava un fedelissimo totalmente a disposizione e che il collaboratore di giustizia ha citato anche in altri interrogatori come ad esempio quelli commessi all’operazione Jambo e alle elezioni di Trentola Ducenta del 2007 dopo le quali, come abbiamo scritto ieri, Sebastiano Ferraro avrebbe accompagnato il neo sindaco Nicola Pagano al cospetto del figlio di Sandokan, quella sera a cena con Dante Apicella e Paolo Corvino.

Per quanto riguarda i rapporti con la Brusciano-Dynasty, Schiavone, oltre ad affermare di conoscere Gabriele Massimo Brusciano, parla anche di Luigi Brusciano pure lui connesso nell’affare dei falsi furti, attività che i boss tolleravano, ma che erano completamente esterna, pur coinvolgendo spesso parenti vicini e lontani, dalle loro attività criminali.

E poi ci sono anche i Brusciano delle auto. Nicola Schiavone dimostra di avere un rapporto stretto anche con loro, cioè con il titolare della Bruvincars, concessionaria di Aversa e con Giulio Brusciano titolare di un autoricambi.