LE SUPER CONSULENTI. L’ingegnere Maria Luisa Natale e la dottoressa Antonella De Rosa fanno il carico di incarichi alla Gisec. E ora con Madaro sono anche di esportazione

3 Luglio 2019 - 19:01

CASERTA – Premettiamo subito un fatto, un dato di fatto. Questo articolo, come tanti altri pubblicati da Casertace, è frutto di una delle centinaia di segnalazioni che quotidianamente ci vengono proposte e che noi, ovviamente, andiamo a verificare, facendo sopravvivere al netto, meritano di essere approfondite.

Il tema del giorno è il seguente: la Gisec, società in house dell’amministrazione provinciale di Caserta, come spende il danaro che gestisce in nome e per conto del popolo, dei cittadini-contribuenti, il danaro che affluisce copioso nelle sue casse grazie alle rimesse dei comuni che utilizzano gli impianti di smaltimento dei rifiuti, a partire dallo Stir di S.Maria C.V.?

Abbiamo consultato una serie di determine e anche degli elenchi riepilogativi contenenti l’identità dei fornitori di beni e servizie dunque anche dei consulenti.

Troppo spende la Gisec. Assumiamo l’impegno di stabilire, di qui a poco, quali siano i costi iscritti a bilancio per il personale interno. Non solo gli stipendi, ma anche gli incentivi, i trattamenti accessori e i corrispettivi per progetti fuori sacco.

Di fronte a questa cifra, possiamo già dire che sarà difficile considerare congrua, seria, quella spesa mese per mese per garantirsi i servigi di professionsiti esterni.

E allora non sarà possibile non porsi il solito interrogativo: se non esiste una vera ragione legata agli standard qualitativi e quantitativi della gestione, perché si ricorre così copiosamente agli incarichi esterni?

Indubbiamente la ragione principale è quella legata al clientelismo. I nostri politici, la maggior parte dei quali autentici sfaccendati, non avendo argomenti da esporre, non avendo contenuti attorno a cui raggruppare gente con la prospettiva di realizzare progetti migliorativi della qualità della vita del già citato popolo e dei già citati cittadini contribuenti, mantengono vivo il loro consenso pagando, remunerando le clientele.

Naturalmente, non con i loro soldi ma con quelli del popolo bue, del “vulgo sciocco”, che questi politici continua a sostenere ogni volta che si va a votare.

Poi ci possono essere anche delle ragioni diverse, ma questi moventi agiscono in misura nettamente minore rispetto al grande schema clientelare, grande vizio italico e specialità assoluta del sud cialtrone e che, continuando ad autocommiserarsi, continua anche a piangere con l’obiettivo di fottere chi ride.

Questa premessa non è il massimo dell’efficacia per promuovere questo articolo, ma è doverosa, perché nessuno deve poter neanche lontanamente pensare di aver la facoltà di utilizzare l’arma della dietrologia nel momento in cui, nominando delle persone, la si butta in caciara, distraendo il popolo bue e dicendo che tutto sommato Casertace compie operazioni strumentali, ce l’ha con questo o con quello e, sotto sotto, nasconde con l’estetica di una malizia retoricamente ben espressa il gusto per il pettegolezzo fine a se stesso.

A corredo di questo articolo, vedete le foto di due donne di indubbia leggiadria.

Può rappresentare, questo, un dato di partenza per ragionare sull’uso improprio, eccessivo, del pubblico danaro per incarichi e consulenze esterne direttamente attribuite?

Assolutamente no.

No, in linea di principio e anche fino all’ultimo recesso di consuetudine, di mentalità, che magari possono essere frutto di un tipo di società, come la nostra, che ha fatto e fa ancora fatica a liberarsi di certi cliché, attinenti all’utilizzo di qualità estranee a quelle meritocratiche della preparazione per ottenere impieghi remunerati.

L’assolutamente no diventa assolutamente sì se, studiando a fondo gli atti amministrativi, ti accorgi che esiste una frequenza anomala, degna quantomeno di essere spiegata al cittadino-contribuente, nella concessione di questi incarichi molto ben pagati.

E non fa differenza se questa frequenza, questa scansione molto ritmata riguarda l’uomo cloaca (clicca qui per vedere la sequenza) o Franchino disegnato magnificamente da Paolo Villaggio in uno dei suoi Fantozzi, oppure donne belle o brutte, giovani o più mature.

In questo caso sono giovani e belle, ma è solamente una combinazione.

Siamo sicuri, infatti, che la considerazione che i due dirigenti Gisec Elpidio Maisto e Bortone hanno nei confronti dell’ingegnere Maria Luisa Natale e della biologa Antonella De Rosa sia solidamente motivata.

E d’altronde abbiamo letto i curricula di queste due professioniste, che vi favoriamo in calce insieme ad alcune determine, ed effettivamente, almeno a quanto risulta dall’autocertificazione curriculare, si tratta di due valenti professioniste.

Valenti come tanti altri che possiedono gli stessi titoli e che nelle rotazioni di Gisec, nelle dinamiche degli affidamenti diretti, non rientrano mai. E questo, obiettivamente, converranno con noi gli ottimi Maisto e Bortone, ma anche il presidente della provincia Giorgio Magliocca, titolare del 100% delle quote di Gisec, non sta bene, non è bello, visto che si tratta di un ente pubblico che già di per sé dovrebbe ridurre all’osso il ricorso alla modalità dell’incarico diretto e puramente discrezionale.

Abbiamo notato, tra le altre cose, che Donato Madaro, da anni nella stanza dei bottoni di Gisec, prima da direttore, oggi da componente del consigli di amministrazione, si è entusiasmato a sua volta al cospetto dell’indubbia preparazione dell’ingegnere Natale. Tanto entusiasta da esportare la professionista di Santa Maria Capua Vetere anche in terra sannita dove, come sanno i nostri lettori, il Madaro, non senza polemiche e tra le contestazioni dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle, svolge la funzione di amministratore unico dell’asia, storica società, in questo caso in house per il Comune di Benevento, che si occupa della raccolta nella città oggi amministrata da Clemente Mastella.

Insomma, la Natale compare sia nella Gisec, dove si occupa di cose importanti dal 2016, precisamente del “SUPPORTO TECNICO PER INTERNALIZZAZIONE LAVORI SITI DI
MARRUZZELLA”, sia, con una sorta di meccanismo dei vasi comunicanti, a Benevento, dove ha recentemente acquisito due incarichi.

Siamo stati troppo maliziosi utilizzando l’espressione metaforica dei vasi comunicanti?

Ma se Madaro è componente del Cda di Gisec ed è contemporaneamente amministratore unico di Asia a Benevento e l’ingegnere Natale ottiene incarichi diretti di consulenza esterna alla Gisec e a Benevento, come li dobbiamo chiamare, invece di vasi comunicanti, per caso supercazzola?

E veniamo ad Antonella De Rosa, anche lei dotata di un’autocertificazione curriculare di tutto rispetto.

Mentre l’ingegnere Natale ha come interfaccia professionale Elpidio Maisto, la dottoressa De Rosa ha come interfaccia professionale il dirigente Bortone.

Troviamo il suo nome 8 volte in questo elenco pagamenti del 2017:

 

 

I DUE CURRICULA DI:

Antonella-De-Rosa

Marialuisa-Natale