La provincia nomina a ripetizione commissari ad acta che devono essere pagati dai sammaritani. Così si ipoteca ab origine il Puc

31 Marzo 2018 - 00:00

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) Ma siamo poi tanto sicuri che l’urbanistica a Santa Maria Capua Vetere sia ferma in attesa del tanto sospirato nuovo Puc? Sarebbe ferma se l’amministrazione comunale facesse scattare, come la legge le consente, le norme di salvaguardia.

Al contrario, come si suol dire, sotto sotto, si registra una attività magmatica ma evidente e soprattutto incidente sul tessuto urbano. Il comune non si sporca le mani. Non lo fa a partire dai famosi vincoli del Piano regolatore che, una volta scaduti, e dopo che il comune ha esercitato l’attività del finto tonto, finiscono in mano ad un commissario ad acta dell’amministrazione provinciale, a cui il proprietario del terreno ha il diritto di appellarsi, ma che dovrà essere pagato con le casse cittadine, con larga profusione di debiti fuori bilancio.

L’inerzia, frutto di indolenza o, e questo sarebbe molto peggio, di volontaria determinazione, dell’UTC sammaritano non si limita a questa dimenticanza ma, continua a demandare ad altri responsabilità proprie ” dimenticando”, come detto prima, di rispondere alle richieste scritte dei proprietari in relazione al destino di quelle aree oramai libere da vincoli e senza destinazione urbanistica.

In questi casi infatti, a seguito della decadenza del vincolo, l’area diventa zona bianca, assimilata ai fini edificatori alle zone agricole, ed è quindi normale che i proprietari cerchino in tutti i modi di recuperare una vocazione edificatoria del proprio terreno, mentre dovrebbe essere dovere e interesse dell’Amministrazione comunale tutelare

gli standards del piano regolatore che sono quelle aree adibite agli insediamenti pubblici (scuole, verde pubblico, piazze, parcheggi e strade).

L’Amministrazione comunale, invece, continua ad abdicare a questa sua più importante funzione di controllo del territorio e con il proprio costante silenzio si fa esautorare dal potere sostitutivo della Provincia che continua a nominare commissari ad acta che decidono al posto del Comune. Una soluzione per evitare la scomparsa di tutti gli standards, anche e soprattutto in vista del nuovo Puc ci sarebbe ed è quella che abbiamo citato all’inizio di questo articolo: l’adozione delle norme di salvaguardia nelle more dell’adozione del nuovo Puc; ma, evidentemente, non è tra gli interessi primari di questa Amministrazione occuparsi della tutela urbanistica e della vivibilità della città.