Si è trattato infatti di un contributo cruciale con cui il pubblico ministero ha in pratica vanificato la strategia difensiva
6 Aprile 2018 - 00:00
SAN FELICE A CANCELLO – [g.g.] Ne abbiamo già scritto sommariamente ieri. Ma quello che è successo durante l’udienza del processo sulla presunta tangentopoli sanfeliciana, va ripreso come informazione sottolineando adeguatamente e onorando nel contempo un criterio oggettivo di valutazione, che si è trattato del momento cruciale di questo processo.
La difesa di De Lucia aveva lavorato sulla dimostrazione della inesistenza di un rapporto di dipedenza lavorativa tra l’imprenditore Borrozzino e Antonio Scialdone, uno degli accusatori più importanti che ha parlato dichiaratamente di pagamento di tangenti.
Ieri, come abbiamo scritto, Borrozzino è arrivato in aula e ha invece affermato con chiarezza che Scialdone era, in quel periodo, un proprio dipendente. Ciò, ovviamente valorizza la testimonianza del citato Scialdone che diviene dunque un’arma molto importante nelle mani della procura e del pubblico ministero Gerardina Cozzolino che ha condotto, con grande determinazione e doverosa ostinazione, insieme ai carabinieri della Compagnia di Maddaloni, questa indagine complessa e difficile.
Con la testimonianza di Borrozzino aumentano, dunque, le possibilità che la procura, attraverso la sua pm, possano ottenere per gli imputati, una condanna per i reati ascritti agli imputati già in sede di richiesta di applicazione delle misure cautelari.