S. MARIA C.V. Centro commerciale al posto del consorzio agrario crea tensioni tra Mirra, Leone & co. Deserta la prima convocazione del consiglio
29 Luglio 2019 - 21:37
SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – E’ andata come da pronostico: la maggioranza, che regge il sindaco Antonio Mirra e la sua Giunta, non si è presentata in aula, facendo saltare la prima convocazione di una seduta di consiglio comunale molto delicata.
Le previsioni della vigilia raccontavano di significative divergenze, concentrate soprattutto su un punto, su una questione, di cui Casertace si occupa da più di un anno: la creativa trasformazione, a nostro avviso illegittima, dell’area che ospita l’ex consorzio agrario, nell’ennesimo luna park commerciale, assecondando un modello di sviluppo che, d’altronde, il super assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica Nicola Leone, ha detto esplicitamente, pubblicamente, chiaro e tondo di prediligere, considerando gli insediamenti produttivi, cioè, gli opifici e il buon artigianato di ampia produzione, chissà perché, strumenti di sviluppo superati. Dipendesse da lui, trasformerebbe Santa Maria Capua Vetere in un unico, grande centro commerciale, associandogli qualche nuova area residenziale, con buona pace dello sviluppo sostenibile, dell’equilibrio tra diversi luoghi della produzione di beni rispetto a quelli della produzione di servizi della distribuzione commerciale, con buona pace ancora delle sperequazioni ambientali, del verde, di quella enorme scocciatura, rappresentata dai cosiddetti standard, che non a caso sono una delle norme più violate a Santa Maria Capua Vetere.
Il sindaco Antonio Mirra fa bene a nutrire delle perplessità sulla presentabilità e, perché no, anche sulla liceità dell’operazione che punta alla trasformazione dell’area del consorzio agrario. Vorrebbe non esporre la sua consigliera comunale di riferimento De Iaso, non facendola votare questa delibera. Forti perplessità sarebbero state espresse anche dai consiglieri di centrodestra Salvatore Mastroianni e Viscardo. Dunque, per il momento, non attecchisce la rivoluzionaria teoria di Gaetano Capitelli, che di professione è l’ingegnere, che lo fa da fedelissimo di Nicola Leone e che, per carità, ???????? per mera coincidenza è il progettista del nuovo centro commerciale che dovrebbe nascere.
Siamo in attesa di leggerla con attenzione la relazione scritta da Capitelli che poggerebbe, però, sulla volontà di determinare una riforma rivoluzionaria della legislazione urbanistica. Siccome il prg di Santa Maria Capua Vetere ha più di 30 anni, non è più attuale rispetto alle necessità dell’anno 2019. Insomma, una sorta di ferro vecchio. E fino a qui, avrebbe detto Totò, l’abbiamo buttata in politica, visto che, politicamente parlando, ma solo politicamente parlando, il pensiero dell’ingegnere Capitelli è rispettabile e per molti versi anche condivisibile. Il problema, però, è che Capitelli fa discendere da questo ragionamento l’applicazione di una sorta di trasformazione urbana decisa per via monocratica, cioè decisa da lui, evidentemente su suggerimento di Leone, che purtroppo non è, a meno che non ci siamo persi qualcosa, contenuta come possibilità in alcuna norma vigente.
Tra le altre cose, non è che uno possa affermare che quel prg ancora in vigore, sia anacronistico e che il nuovo invece rappresenti la risposta moderna ai modelli di vita del 21esimo secolo, se il sammaritano del presente e del futuro uno l’immagina poi con una sorta di uomo sandwich o come un “comsumator” che sa vivere solo all’interno di una distesa selvaggia e parossistica di centri commerciali e supermercati. Perché, allora, è molto meglio il piano regolatore ancora vigente.
Passando ad un discorso più politico, senza offesa per questa parola, ormai vituperata da coloro che ne dovrebbero essere gli attori protagonisti, va considerato che anche oggi la minoranza ha dato una pessima considerazione di se. A riguardo vogliamo essere generosi nel momento in cui usiamo la particella riflessiva sè che implica il fatto che un’opposizione, a Santa Maria Capua Vetere, esista ancora, salvando in questa nostra valutazione l’attività intermittente, ma comunque incisiva in molte occasioni, di Umberto Pappadia, e anche la buona volontà di Gabriella Santillo che, però, ricordiamo arriva dai banchi della maggioranza e dunque è un di più rispetto a chi invece è titolare e custode di un mandato popolare preciso. A quanto ci risulta, stasera, erano assenti Mariella Uccella, Gaetano Di Monaco e Dino Capitelli. Mancavano poi anche i nuovi consiglieri di minoranza De Lucia, Angelino e Busico, che però, al pari della Santillo sono meno responsabili dei tre citati di questo gruppo, in quanto provengono dai banchi della maggioranza.
Ci si riprova, mercoledì, sempre alle 18, con la seconda convocazione, per la quale ci sono vincoli meno stringenti per quanto riguarda il numero legale. All’ordine del giorno anche la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà di centinaia e di centinaia di appartamenti di diverse cooperative. E anche su questo, domani avremo qualcosa da raccontare e commentare.