L’odissea della coop casertana messa alla porta dall’Aci: i giudici la riammettono, l’Automobile club si gira dall’altra parte
30 Ottobre 2019 - 13:35
COMUNICATO STAMPA
CASERTA – Quando una persona è più forte di un’altra, può fare quello che vuole. Mai un detto popolare è stato così azzeccato. Era il lontano dicembre del 2000, quando l’Aci di Caserta, decise di chiudere l’ufficio assistenza pratiche automobilistiche, ovvero di revocare il mandato ad una società cooperativa che gestiva con uomini propri, ma strumenti appartenenti al su citato ente, un’attività lavorativa nei migliori modi possibili, dai primi anni ’90, garantendo sempre professionalità che guadagni in denaro. Nella decisione degli allora dirigenti dell’Aci, però, non si tenne conto che così facendo furono mandati letteralmente per strada cinque impiegati, tra cui anche due padri di famiglia. Inizia così l’enorme calvario giudiziario degli ex lavoratori. Si rivolgono, come in questi casi, ad uno studio legale per far valere i propri diritti. Già da un primo momento le cose appaiono favorevoli per gli ex impiegati, infatti, una prima sentenza del 5 dicembre 2007, stabilisce che tra l’Automobile Club di Caserta ed i ricorrenti, esiste un rapporto di lavoro subordinato, condannandolo al pagamento delle retribuzioni maturate, aggravate degli interessi maturati.
Ovviamente l’ente ricorre in appello avverso tale decisione, ma il 9 dicembre 2010, la Corte di Appello di Napoli respinge tale ricorso, dichiarando perdurante ed attuale la sussistenza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato tra gli appellanti e l’ufficio Aci, riconoscendo ulteriori differenze retributive. Il 1 luglio 2011, l’Aci impugna la sentenza della Corte di Appello di Napoli, ricorrendo alla Corte Suprema di Cassazione che conseguentemente con sentenza del 2015 rinvia alla Corte di Appello di Napoli la verifica di quanto dichiarato nella sentenza del 9 dicembre 2010. Dopo otto anni di ulteriore ‘agonia’, la Corte di Appello di Napoli, il 21 marzo 2018, respinge il ricorso dell’Automobile Club, dichiarando perdurante e sussistente il rapporto di lavoro a tempo indeterminato tra gli appellanti, che ovviamente, a distanza di anni, avevano perso le speranze, e l’ente di Caserta, riconoscendo inoltre le differenze retributive fino alla data della sentenza. Quindi, tutto risolto. I lavoratori a distanza di anni non credevano ai loro occhi leggendo le sentenze, ascoltando gli avvocati di parte che li tranquillizzavano, addirittura si parlava già di andare a lavorare, qualcuno voleva già spendere i soldi che doveva prendere, ma forse non ci crederete, ad oggi la situazione non è cambiata. Con questo articolo vogliamo solo sensibilizzare l’opinione pubblica a darci una mano. Per una volta far valere i diritti dei lavoratori.