Il pentito: “Andrea De Matteo non c’entra con l’omicidio di Mimmuccio O’ Pazzariello”

20 Novembre 2019 - 17:27

MADDALONI (Tina Palomba)  – E alla fine il colpo di scena c’è stato. Andrea De Matteo accusato e condannato all’ergastolo, decisione presa in corte d’Appello dopo l’assoluzione in primo grado, per l’omicidio di Angelo Amoroso Mimmuccio O’ Pazzariello ma che si è sempre dichiarato estraneo, è stato scagionato questa mattina, nel corso del processo di revisione che si sta celebrando al tribunale di Perugia, dal collaboratore di giustizia Michele Lombardi.
Il delitto avvenne il  26 maggio del 2006 in piazza dell’Emigrante a Cervino nel periodo della campagna elettorale. Sicuramente determinanti possono essere le dichiarazioni rese in vario modo dall’esecutore materiale dell’omicidio, Vincenzo Micillo, che sta scontando per questo 30 anni di carcere, il quale ha escluso la partecipazione di De Matteo.
Insieme a Vincenzo Micillo e Andrea De Matteo fu condannato anche Nicola Martino ‘A pichescia. Fu proprio quest’ultimo a decidere che Amoroso doveva essere ucciso per mettere le mani sulle redini del clan e poi ad autoaccusarsi di essere il mandate del raid, rivelando i nomi dei due esecutori. Secondo ‘A pichescia, De Matteo era alla guida della moto su cui viaggiava anche Micillo che esplose diversi colpi di pistola freddando Amoroso ma non fu creduto durante il processo in primo grado perché,  in un’intercettazione in cui Antonio
Farina Tonino ‘o biondo
, l’altro boss pentito, affermava “che fosse impossibile la partecipazione di De Matteo all’omicidio in quanto non era capace di guidare una moto”. Lombardi, anche lui pentito, oggi è stato assistito dall’avvocato Giuseppe Tessitore.