CASERTA. Carlo Marino trasforma il comune in una macchietta: parere negativo sul bilancio del presidente dei revisori Fattopace. Doppia relazione e…

10 Dicembre 2019 - 21:13

CASERTA(g.g.) Abbiamo troppa considerazione di Giuseppe Fattopace per pensare che quella roba molto strana, ma proprio molto strana, licenziata quando il collegio dei revisori dei conti del comune di Caserta è stato chiamato a fornire il parere sul riaccertamento dei residui, rappresentasse la linea di condotta solo e solamente politica, partigianamente politica dell’organismo di controllo che Fattopace presiede.

In realtà quella espressione paradossale, che potremmo definire comica, se di mezzo non ci fossero gli interessi di una città distrutta dalla mala gestione amministrativa degli ultimi 20 anni, massacrata soprattutto da questa ammininistrazione, da parte di un collegio che dà il parere positivo a condizione che tutti i residui fossero riaccertati, perchè, va bè qui una risata ci vuole, non lo erano stati precedentemente. In poche parole, i revisori davano un parere positivo con riserva rispetto a qualcosa che non c’era, che era assente.

Come scrivemmo, roba da Tso.

Ma questa bizzarria era figlia di una difficoltà interna al collegio che è esplosa oggi con eventi ancor più incredibili di quello dell’altro giorno.

Fattopace ha detto no, perchè si è posto il problema della responsabilità istituzionale, della terzietà cogente del proprio ruolo. In poche parole si è mosso senza pregiudizi, senza farsi condizionare da impostazioni tendenziose.

Ha valutato solamente i fatti come questi tecnicamente si configurano. Facendo in questo modo, cioè facendo quello che facciamo noi di CasertaCe da anni, con le amministrazioni comunali di tutti i colori politici, non ha potuto far altro che fornire un parere negativo al bilancio consuntivo del comune di Caserta.

Chiara, perentoria la sua relazione. Esattamente il contrario di quella, divenuta naturamente una seconda relazione autonoma rispetto al documento firmato da Fattopace, confezionata dagli altri due revisori, Toriello e Tardio.

Sono queste le cose che ci mandano in bestia da un decennio: cosa significa che uno condivide quasi totalmente le riserve del presidente Fattopace per poi determinare un parere di segno contrario, con delle riserve che si configurano solamente come una foglia di fico posta davanti ad una visione non terza, non scevra da riserve mentali e che soprattutto è determinata, a nostro avviso, da valutazioni politiche e non tecnico amministrative.

Nel dettaglio, questo parere favorevole con riserva è stato espresso da Toriello e Tardio per quel che riguarda “la parte finanziaria”, limitandosi a non pronunciarsi sul conto economico-patrimoniale, strabuzzando gli occhi per incompletezza e inattendibilità dei dati. 

E anche qui siamo ad una roba che va ben al di la del maggiore scrittore dei paradossi, il boemo Kafka.

Se un’amministrazione comunale ha approvato e revocato, poi riapprovato e ancora revocato, per la terza volta riapprovato in giunta il bilancio, ma come cavolo ci si può astenere dalla pronuncia, come si può professando la propria onestà intellettuale, non dire che quel bilancio è bocciato.

Perchè un sindaco, un assessore, con l’aggiunta del solito Girolamano Santonastaso, che fanno scorrere l’intero termine dei 120 giorni, partito dal momento in cui è stato approvato sgangheratamente con un parere borderline del ministero, il bilancio stabilmente riequilibrato, che becca la diffida del prefetto e che nonostante questo continua schizofrenicamente ad approvare e a cancellare, ad approvare ancora e a cancellare, non possono essere ripagati da un giudizio sospeso, da un non luogo a procedere per incompletezza dei dati, quando poi mezzo rigo dopo si dice che quei dati, oltre che incompleti, sono anche “inaffidabili”.

Gli organi terzi devono essere istituzionalmente seri. Questa è una vera barzelletta che getta discredito ancora una volta, per l’ennesima volta, su quella che dovrebbe essere l’alta funzione della pratica.

Comunque, a parte l’anomalia della doppia relazione, di cui ricordiamo un solo precedente, qualche anno fa a Maddaloni, da sottolineare come i pareri siano stati resi pubblici solo nel tardo pomeriggio e dietro insistenza di qualche consigliere comunale. Il Sindaco Marino ha scomodato addirittura il Prefetto, chiedendo che le 2 relazioni fossero unificate. Cosa che noi crediamo possa anche avvenire fermo restando però il giudizio non univoco, dato dai componenti del  Collegio.

In definitiva, Pica e Santonastaso, ripetiamo ancora una volta, dopo 3 tentativi  (record mondiale) si sono visti bocciare totalmente il rendiconto 2018 e vi assicuriamo che, a nostro parere, il Presidente Fattopace è stato fin troppo clemente nei confronti dell’ente.

Ad una settimana dalla scadenza dei 20 giorni dalla diffida, invece, ancora non è stato esaminato il bilancio di previsione 2019, anch’esso redatto ben 3 volte.

Staremo a vedere.