MARCIANISE. Al di là delle chiacchiere, ecco perché la scelta del tipo di dosso è stata demenziale
22 Gennaio 2020 - 17:00
MARCIANISE – Sono più di due anni che i marcianisani lamentano, più o meno unanimemente, la presenza dei dossi “rallentatori di velocità” posizionati sulle principali arterie cittadine. Furono installati tra la fine di giugno e l’inizio di luglio del 2017 per decisione dell’amministrazione Velardi. In quella occasione, l’intero territorio cittadino fu trasformato in Zona 30, ovvero con limite massimo di chilometri orari fissato a 30 km/h (“per limiti di velocità pari o inferiori a 30 km/h, i dossi saranno di larghezza non inferiore a 120 cm e altezza non superiore a 7 cm”.)
Un limite di velocità a dir poco ipocrita, che non tiene conto del fatto che il numero dei trasgressori è, per statistica, pericolosamente alto.
La principale contestazione mossa alla decisione di installare i dossi riguardava la loro prossimità all’ospedale di Marcianise.
Il Regolamento di Attuazione del Codice della Strada (DPR 495/1992, come modificato dal DPR 610/96) All’Art. 179. (Art. 42 Cod. Str.) prescrive per i rallentatori di velocità al comma 5:
“I dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residences, ecc.; possono essere installati in serie e devono essere presegnalati. Ne è vietato l’impiego sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento”.
Ora, con l’arrivo del commissario prefettizio Michele Lastella, la vicenda torna di attualità.
Tutte le questioni non definite, infatti, potrebbero essere riesaminate, Codici in mano, dal commissario.