MADDALONI. D’Albenzio organizzava la “sua” camorra: ecco dove faceva comprare la droga. Nel suo arsenale una calibro 38 e…

5 Maggio 2020 - 20:14

Dopo aver affrontato stamattina due vicende specifiche facciamo una carrellata sulla restante parte dei capi di imputazione provvisori dell’ordinanza

MADDALONI – Stamattina abbiamo dati i nomi dei commercianti sottoposti ad estorsione (LEGGI QUI) da parte del gruppo Belforte riorganizzato da SalvatoreD’Albenzio sul territorio di Maddaloni e della cessione di hashish in una pizzeria (LEGGI QUI).

I restanti capi di imputazione riguardano altri casi di spaccio di sostanza stupefacente ed il porto abusivo di armi.

I primi sono contestati sempre a Salvatore D’Albenzio. Nel capo H con Dino Spallieri e Lidia Maricela Apostolie: si parla di cocaina pagata 430 euro. Il citato D’Albenzio avrebbe inviato poi due “corrieri” da Achille Fiorillo, a Torre Annunziata, il quale, per 300 euro, secondo l’accusa, gli avrebbe consegnato la droga. I due, al rientro a Maddaloni, prima di essere arrestati, gettarono la sostanza dal finestrino dell’auto.

Per quanto riguarda, infine, la dotazione armata del clan di Maddaloni, il reato di detenzione illegale coinvolge sempre D’Albenzio con Ernesto Di Cicco, per il porto di una pistola e con Dino Spallieri per una seconda arma. Solo a Giuseppe Amato, invece, viene contestato il porto di una pistola calibro 38. La dotazione delle “nuove leve” della fazione Maddaloni comprendeva anche due fucili, uno dei quali calibro 24, con canne rese mozze e completo di 21 cartucce. L’ipotesi di reato pende sul capo dei “soliti” D’Albenzio e Spallieri, con Antonio Di Vico.

Ricordiamo che tutti e 9 gli arrestati sono indagati per il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico, finalizzato al porto abusivo di armi, allo spaccio di droga, all’estorsione.

Il dettaglio lo leggete qui sotto.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA