A TEVEROLA i rifiuti sono una questione criminale. Ma la maggioranza Caserta se ne frega e sabota i lavori sulla commissione trasparenza schierandosi in pratica con Virno e Lello De Rosa

22 Luglio 2025 - 13:22

L’assenza significa, di fatto, fornire una stampella all’attuale responsabile e al suo predecessore. Ma a Teverola ormai è chiaro che anche a causa della gravissima situazione dei voti presi dalla nipote del boss di Nicola di Martino, la legalità è un optional

TEVEROLA (g.g.) La routine di una commissione di controllo, cioè di una commissione affidata alla minoranza, in un Comune di piccole dimensioni, porta spesso gli amministratori comunali che vengono convocati in audizione a non presentarsi. Questo non è bello di per sé, però è una realtà che esiste e non solo a Teverola.


Ma in questo caso, la scelta della commissione di controllo sulla trasparenza degli atti amministrativi, presieduta dal consigliere di minoranza Dario Di Matteo aveva doverosamente deciso di affrontare l’argomento degli appalti, e soprattutto delle proroghe a pioggia per il servizio dei rifiuti.
Di Matteo non ha scelto estemporaneamente, svegliandosi l’altra mattina e dicendo una cosa tipo: “Ora voglio rompere le scatole alla maggioranza e convoco una commissione sull’argomento rifiuti”. La gravissima indagine, attivata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’attuale responsabile del settore rifiuti Filippo Virno e del suo predecessore Raffaele Lello De Rosa, non poteva esimere Di Matteo da un approfondimento della questione, partendo dal numero impressionante di proroghe garantite oggi ad Isvec, da Filippo Virno, in attesa di una gara d’appalto che, secondo la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere era già addomesticata da De Rosa e dallo stesso Virno a favore dell’impresa Gardenia che ha vissuto anni di grande fervore proprio ai tempi di De Rosa.


È chiaro che la revoca della gara un giorno prima che si tenesse, diventa, alla luce de fatti emersi nell’immagine della Procura, una questione che assume una luce diversa.
Ora, se il Sindaco di Milano, come sta facendo in questi minuti, si sta difendendo davanti all’intero Consiglio comunale, dopo essere stato indagato dalla Procura meneghina, non si capisce perché il sindaco Gennaro

Caserta, che non è neppure indagato in questa vicenda, non avverta il dovere civico, non esprima un rispetto per le istituzioni, presentando se stesso o al limite l’assessore all’ambiente alla riunione.

Di Matteo avrebbe dovuto convocare il sindaco o il titolare della delega così come succede in Parlamento quando il Governo va in aula di fronte a fatti seri che riguardano le sue competenze.
Ma siccome Gennaro Caserta non ha avvertito il dovere morale di dimettersi subito dopo quello che è successo a Teverola e a Carinaro, a partire dall’arresto di Salvatore De Santis, braccio destro del boss Nicola Di Martino, e siccome Gennaro Caserta oggi è sindaco grazie ai voti della nipote del boss – la quale non ci ha pensato proprio a sua volta a dimettersi – e siccome ancora non è bastato che la Dda scrivesse nell’ordinanza di arresto di De Santis che questi aveva sorvegliato i seggi elettorali durante le operazioni di voto, figuriamoci se si va a presentare in commissione di controllo e garanzia.

E ha sbagliato Di Matteo a fornirgli il seguente alibi: “tu non mi hai convocato per cui…”
Il problema è che di fronte ad un argomento così serio non si sono presentati oggi neppure i componenti della commissione appartenenti alla maggioranza ossia Francesca Simonelli, Luciano Orabona ed ovviamente Ellen Di Martino, i quali non si rendono conto che con la loro assenza sabotatrice dimostrano di avere poco rispetto anche per chi dalla cattedra dell’esercizio penale sta compiendo uno sforzo per mettere in luce tutte le porcherie consumatesi negli ultimi anni, anche durante la consiliatura Caserta, sul pianeta monnezza.
Grave, gravissimo, l’atteggiamento della maggioranza che fa l’occhiolino a De Rosa e a Filippo Virno.
Non presentandosi e facendo saltare la riunione per assenza di numero legale