Abusa della figlia e quando esce dal carcere il papà lo fa uccidere: il processo ai due (presunti) sicari

20 Luglio 2025 - 09:41

CASERTA – La Corte di Assise di Appello ha disposto un nuovo esame sulla pistola utilizzata nell’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore di Frasso Telesino ucciso a colpi di arma da fuoco la sera del 19 luglio 2018 davanti alla sua abitazione.

I due imputati, Giuseppe Massaro, 60 anni, di Sant’Agata dei Goti, e Generoso Nasta, 35 anni, di San Felice a Cancello, difeso dall’avvocato Orlando Sgambati, erano stati inizialmente condannati all’ergastolo nel 2021 dalla Corte di Assise di Benevento, su richiesta del pm Francesco Sansobrino. Tuttavia, nel 2023, la Corte d’Appello di Napoli li aveva assolti per “non aver commesso il fatto”, decisione poi ribaltata dalla Cassazione, che ha ordinato un nuovo giudizio.

L’incarico balistico sarà affidato a un esperto balistico il prossimo 23 settembre, nell’ambito del cosiddetto “processo di appello bis”, avviato dopo l’annullamento da parte della Cassazione (maggio 2024) della precedente sentenza di assoluzione emessa nel marzo 2023.

La vittima era da poco uscita di galera dopo aver scontato una condanna per abusi sessuali nei confronti di una minorenne, figlia di Lucio Iorillo, ritenuto il mandante e sotto processo in altro procedimento, che poi si tolse la vita.  Il pm è convinto che Iorillo avrebbe organizzato l’omicidio dietro il pagamento di una cospicua somma di denaro, circa 20mila euro, in parte versata ai presunti killer

La nuova perizia è stata sollecitata sia dalla difesa di Massaro, sia dal sostituto procuratore generale. L’obiettivo è chiarire ulteriormente il ruolo dell’arma, una .357 Magnum (legalmente detenuta da Massaro e ritrovata dai carabinieri in una cassaforte un mese dopo il delitto), nonché della Fiat Croma che Nasta avrebbe guidato quella sera.

Le parti civili si erano invece opposte a un rinnovo dell’istruttoria dibattimentale. La Corte non si è ancora pronunciata sulle altre richieste avanzate nel corso delle udienze. Il prossimo passo processuale, con l’esame della perizia, potrebbe fornire nuovi elementi per chiarire una vicenda giudiziaria che, dopo sei anni, non ha ancora trovato una conclusione definitiva.