ALTRO CONCORSO-SCANDALO TARGATO GIORGIO MAGLIOCCA & GERARDO PALMIERI. Quattro assunti al Museo Campano e quattro concorrenti ad una prova orale divenuta barzelletta

24 Agosto 2023 - 11:25

Il presidente della Provincia continua ad imperversare indisturbato con dei concorsi fai-da-te che hanno consentito a lui e al suo vate Giovanni Zannini di conquistare centinaia, forse migliaia di nuove clientele politiche ed elettorali, senza che nessuna autorità abbia sentito la necessità di svolgere uno straccio di controllo. Ma questa qui è un’altra storia non più reversibile. Certo è che questo territorio non aveva mai vissuto un periodo in cui la sedicente politica aveva assunto un potere tanto arrogante e assolutamente non compensato da alcun contrappeso istituzionale

CASERTA – Uno dei problemi, probabilmente non tra i più scandalosi per quanto riguarda i concorsi banditi dalla Provincia di Caserta, riguarda la pubblicità.

Più volte noi di CasertaCe ci siamo offerti per proporre un’informazione che possa andare al di là della semplice pubblicazione dei bandi negli albi pretori, spesso confinate in espugnabili finanche per noi che questo mestiere realmente archeologico lo svolgiamo ogni giorno.

Ma Giorgio Magliocca, presidente della Provincia, assieme al suo manipolo di dirigenti, pronti a correre ogni rischio, visto che, evidentemente il citato Magliocca li fa stare bene, dicevamo, questi non ci vogliono proprio sentire.

Noi, infatti, i bandi li pubblicheremo gratuitamente, senza chieder eun solo euro – neanche a pensarlo! – alla Provincia.

Ma se Magliocca eco. non rispondono è perché devono gestire i concorsi alla loro maniera, in modo che possa succedere ciò che è stato descritto nella determina firmata da Gerardo Palmieri, che noi di CasertaCe abbiamo ribattezzato il kamikaze, pubblicato nell’albo pretorio digitale.

Per l’assunzione di due posti part time, per trentasei mesi, dunque a tempo determinato, di istruttore amministrativo, categoria D, da impiegare nel Museo Campano di Capua, si sarebbero dovuti presentare dopo la prima selezione di verifica dei requisiti, di cui non si ha alcuna traccia, in cinque candidati.

Beh, si dirà, meglio questo che nulla, almeno saranno in cinque a giocarsi due posti. Seh, seh. Questo concorso incubava in sé il solito giochino messo in scena da Magliocca che prima fece un piano del fabbisogno del personale in modo da non riscaldare più di tanto le ambizioni di chi alle decine di concorsi alla Provincia voleva partecipare, salvo poi sostituirlo pochi mesi dopo con un nuovo piano del Personale che, in un brevissimo lasso di tempo, si accorgeva che occorrevano molte più assunzioni.

E allora la grande abbuffata degli idonei, la grande pesca di beneficenza nelle graduatorie di chi non risultava vincitore ma era già sicuro di entrare. Anche questo concorso non è sfuggito a tale operazione a dir poco – ma proprio a dir poco – sospetta e conseguentemente le assunzioni non sono state più due, bensì quattro. I due vincitori e i due idonei.

Ari-vabbè, si dirà, almeno in cinque hanno partecipato. Seh Seh. Perché uno dei cinque non ci è arrivato manco alla prova orale dinanzi alla commissione presieduta da kamikaze Palmieri. Nel senso che la prima prova scritta la mattina del 9 marzo lo ha visto partecipare e poi, la seconda, la pomeridiana, (che cavolo vuoi capirci dalle ricostruzioni del Palmieri), forse è andato, forse non è andato, ma accanto al suo nome compare un “n.i.” magari può significare non idoneo, salvo poi che questa presunta inidoneità non si capisce in base a quale criterio sia stata decisa, probabilmente gli è scappato un ruttino dinanzi al Palmieri.

Quindi, all’orale del 23 marzo i candidati sapevano che si sarebbe trattato di una passerella, visto che anche se laureati, un possibile errore sull’alfabeto italiano al massimo li avrebbe portati al 4o posto in graduatoria.

E così è stato per i quattro candidati vincenti laureati in Beni Culturali o Archeologia. Quattro su quattro di cui i primi due sono stati Gianluca De Rosa e Amalia Galeone, assunti quali vincitori e gli altri due, Lidia Falcone e Maria Grattagliano, con la barzelletta dell’idoneità.