Ancora irregolarità nel cantiere dell’impianto di biometano, in 3 finiscono nei guai: sanzioni per oltre 20mila euro
13 Febbraio 2025 - 19:22
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Dopo il blitz dello scorso 25 gennaio i carabinieri si sono di nuovo recati presso un cantiere edile dov’è in corso la realizzazione di un impianto di produzione di biometano, ed hanno proceduto al sequestro penale di un’area di 45 mq
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GRAZZANISE – Sono scattati nella prima mattinata odierna i controlli eseguiti dai carabinieri della Stazione di Grazzanise e della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, supportati da personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e dell’ARPAC di Caserta.
Sotto la lente sono finite tre aziende le cui attività lavorative, al momento operative nei territori dei comuni di Grazzanise e Santa Maria La Fossa, sono risultate non in regola con le vigenti disposizioni normative in materia di gestione dei rifiuti e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Nel corso dei controlli eseguiti dai militari dell’Arma presso un cantiere edile ubicato in via fiume dov’è in corso la realizzazione di un impianto di produzione di biometano, hanno proceduto al sequestro penale di un’area di 45 mq circa, gestita dalla società appaltatrice dei lavori, risultata contenere materiale aggregato, riciclato con frammenti bituminosi conferito da parte di una società terza. Nella circostanza i militari hanno altresì proceduto alla denuncia, in stato di libertà, di tre persone, rispettivamente, i due procuratori della società committente e l’amministratore unico della società responsabile dello sversamento.
Nel corso delle successive verifiche, condotte presso il deposito di un impianto installato sulla s.p. 333, agro del comune di Santa Maria La Fossa, i militari hanno sottoposto a sequestro un’area di 10 mq all’interno della quale sono state rinvenute, accatastate, numerose batterie e parti di motori di automezzi.
Contestualmente i carabinieri hanno proceduto alla denuncia in stato di libertà dell’amministratore unico della società che gestisce il deposito. Lo stesso è ritenuto responsabile oltre che della gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi, anche delle violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro riscontrate in merito all’omessa vigilanza sanitaria, omessa formazione dei lavoratori e per la presenza, in loco, di un impianto elettrico non a norma. Allo stesso sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 20.000 euro.