ARRESTI A CASERTA. Franco Biondi aveva difficoltà economiche. L’assicurazione per la sua Mercedes d’epoca pagata dall’imprenditore Rivetti

16 Giugno 2024 - 09:30

Certo che non trovare 290 euro per uno che guadagna una somma non lontana dai 100 mila euro l’anno pare davvero strano. L’ipotesi è che più che la necessità, le ristrettezze economiche, esistesse un sistema di piaceri, favori e cortesie

CASERTA – Basandoci su moltissimi casi analizzati da inchieste, alcune con al centro Caserta e la sua provincia di Caserta, la circostanza che ci veniva raccontata su imprenditori che pagavano lavori e lavoretti a casa dei dirigenti “amici” (per non dire corrotti) ci sembrava credibile.

Credibile perché in alcuni casi la narrazione era talmente dettagliata da renderla troppo vicina al vero per ritenerla totale frutto dell’immaginazione.

E, allora, non ci è sembrata folle la prospettazione del nono capo d’imputazione provvisoria, inserito nell’ordinanza che ha portato all’arresto dei dirigenti comunali Franco Biondi e Giovanni Natale, dell’assessore Massimiliano Marzo, del dipendente dell’ente capoluogo, Giuseppe Porfidia, e dell’imprenditore di Valle di Maddaloni, Gioacchino Rivetti.

Il citato capo nove riguarda i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, compiuto in concorso tra Rivetti, il corruttore (a lui si lega l’articolo 321 del codice penale citato nella provvisoria imputazione), Marzo, Biondi e Porfidia.

Truccato sarebbe stato l’affidamento dell’agosto 2022, dato alla Corim di Rivetti, relativamente ai lavori del canili. Di questo caso, come di altri che riguardano la storia che ha portato agli arresti di giovedì mattina, CasertaCe

ne scrisse già nei giorni immediatamente successivi alla determina. In quell’articolo, ci chiedevamo come fosse possibile che Rivetti abbia potuto beneficiare di un appalto da 60 mila euro grazie all’1% di ribasso (LEGGI QUI IL NOSTRO ARTICOLO DI 2 ANNI FA).

Ecco, secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere, questa aggiudicazione dell’8 agosto, per cui i lavori sarebbero iniziati addirittura un mese prima – praticamente, prima il cantiere e poi vediamo di apparare le carte – sarebbe stata possibile grazie all’intermediazione di Marzo verso Biondi e Porfidia, i quali avrebbero ricevuto favori dal Rivetti.

E su Biondi, uno che guadagna quasi 90 mila euro l’anno, dedichiamo un passaggio.

Secondo i carabinieri di Caserta, guidati dal colonnello Scarso, e la procura sammaritana, con a capo Pierpaolo Bruni, Biondi per aggiustare le carte in maniera successiva all’inizio dei lavori, dando in questo modo parvenza di legalità a una procedura che per gli inquirenti non ne ha affatto, si sarebbe fatto consegnare un oggetto dal valore di 290 euro, cioè la polizza assicurativa della sua Mercedes d’epoca.

Rivetti, quindi, avrebbe pagato di tasca propria l’RCA della macchina di Biondi, il quale gli avrebbe girato via whatsapp i dati necessari. La pratica l’avrebbe svolta l’imprenditore di Valle di Maddaloni dal suo assicuratore di fiducia, con sede in via San Carlo, a Caserta.

A rendere evidente per i carabinieri e i pm che l’assicurazione auto di Biondi la stesse pagando Rivetti un paio di dettaglI. Il primo: a curare la cosa era lo stesso Rivetti, che all’assicuratore chiede di operare per attivare l’assicurazione sulla Mercedes C180 del dirigente. Il secondo, Rivetti dice all’assicuratore che lui deve fare questa cortesia e quest’ultimo, leggendo il nome di Franco Biondi, dice di aver capito.

Il terzo e più importante dettaglio – difficile definirlo semplicemente dettaglio – è che Rivetti chiede lo sconto all’assicuratore dopo aver saputo la somma da pagare visto che “i soldi ce li devo mettere io“, conclude la frase l’imprenditore.

A questo punto, considerando la situazione reddituale di Franco Biondi, non possiamo ritenere (ironia a parte nel titolo) che il dirigente non avesse 290 euro a disposizione, anche in considerazione del fatto che l’uomo non è che viva in una mansarda al terzo piano.

E allora è plausibile che Rivetti abbia pagato questa polizza RCA per cortesia, per amicizia. Attenzione, legata sempre al potere dell’amministratore pubblico. L’attività corruttiva legata a 290 euro, non una cifra blu, rimanda ad un’immagine che ritiene verosimile che il principio fondante delle attività del comune di Caserta possano essere favori e controfavori. E, onestamente, se dovesse essere così, non ne rimarremmo particolarmente scioccati.